«Addio al ferrovecchio benvenuto nuovo polo Ma ci vuole prudenza»

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«Addio al ferrovecchio benvenuto nuovo polo Ma ci vuole prudenza»

Il Tirreno, Cronaca di Grosseto

ex inceneritore di Scarlino/1

«Addio al ferrovecchio benvenuto nuovo polo Ma ci vuole prudenza»

Scarlino. «Finalmente può dirsi conclusa la saga dell’inceneritore di Scarlino, quel “ferrovecchio” protagonista di accese contestazioni locali, lunghe battaglie legali e mirabolanti giravolte di un certo panorama politico locale». È il commento della deputata di Coraggio Italia Elisabetta Ripani su «quella struttura fatiscente e inquinante, aperta nel 2012 e ferma dal 2015, non adeguata ad essere utilizzata o riconvertita. Destava preoccupazioni sulla tutela ambientale e della salute, insistendo su un’area già compromessa da un’intensa attività chimico-industriale, ma anche perplessità per ricadute sul turismo. Argomentazioni che ho sempre sostenuto, portando la vicenda fino alle aule parlamentari, ed oggi posso esprimere soddisfazione». «Il progetto presentato ai sindaci di Scarlino e Follonica da Iren Ambiente – aggiunge – prevederebbe la demolizione del vecchio inceneritore e la bonifica dell’area, nonché la realizzazione di un polo industriale per l’economia circolare per trasformare i rifiuti in nuovi prodotti anziché bruciarli per ricavarne energia, con un bacino di conferimento che dovrebbe essere esclusivamente regionale. Un’ipotesi progettuale da 130 milioni di euro e 110 posti di lavoro, che dovrebbe arrivare al vaglio degli uffici regionali entro settembre. L’iter va seguito scrupolosamente sciogliendo tutti i dubbi manifestati legittimamente dalle amministrazioni locali coinvolte su qualità, quantità e impatto del conferimento». «Va realizzato – conclude Ripani – l’equilibrio tra emergenza rifiuti, tutela di salute, ambiente e turismo e investimenti innovativi per lo sviluppo socio economico della Piana. Auspico massima chiarezza su dettagli e impatto del progetto, procedure trasparenti e un costante coinvolgimento degli attori locali, senza decisioni calate dall’alto. Ci vuole prudenza visti i trascorsi dell’inceneritore, ma bisogna valutare responsabilmente senza pregiudizi sempre nell’interesse primario del nostro territorio.

ex inceneritore di scarlino/2

«La sicurezza e il lavoro gli obiettivi prioritari Valutare attentamente»

Scarlino. «La Filctem di Grosseto – dichiara il segretario Fabrizio Dazzi – ritiene importante impegnarsi per realizzare gli obiettivi europei di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, aumentando la quota delle energie rinnovabili e ottimizzando il mix di fonti energetiche anche attraverso riutilizzo e produzione di energia dai rifiuti (waste to energy)».Il tema della sicurezza energetica, reso ancora più evidente dal drammatico conflitto in Ucraina provocato dalla Russia (primo fornitore energetico del nostro Paese), secondo il sindacato richiede «un impegno serio rispetto alla differenziazione delle fonti energetiche, a partire dalla valorizzazione delle rinnovabili già presenti sul nostro territorio, come geotermia, idroelettrico, fotovoltaico, eolico e biomasse». «Così come è importante – aggiunge Filctem – puntare sulla programmazione impiantistica basata sulle sinergie fra territori e sulla produzione di combustibili non fossili come biometano, biogas, bio-gnl, idrogeno e metanolo».In questo quadro di riferimento, il sindacato guarda con attenzione a ogni progetto che si ponga l’obiettivo di rafforzare i modelli di economia circolare; ritenendo prioritari gli obiettivi della sicurezza delle lavorazioni, la creazione di nuovi posti di lavoro, la qualità dell’occupazione e il radicamento delle attività.E Filctem conclude: «La proposta di Iren Ambiente di realizzare quattro impianti per il recupero di materia e il trattamento di acque industriali, sotto questo profilo, va presa in seria considerazione. Naturalmente entrando nel merito delle singole proposte ed essendo rigorosi sulle garanzie ambientali, ma valutandolo con attenzione e interesse per le prospettive di sviluppo che può garantire in termini manifatturieri».

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