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Cingolani: «L’economia circolare è il secondo pilastro del Recovery Plan»

Il Sole 24 Ore

In arrivo 1,5 miliardi per le città circolari: pronti i decreti del Mite

Cingolani: «L’economia circolare è il secondo pilastro del Recovery Plan»

Celestina Dominelli Davide Madeddu

Un miliardo e mezzo di investimenti in arrivo per agevolare la trasformazione delle aree urbane in “città circolari”, capaci cioè di gestire in modo razionale energia, verde e orti urbani. Secondo quanto risulta al Sole 24 Ore, il ministero della Transizione ecologica pubblicherà infatti il 30 settembre i decreti con i criteri di selezione dei progetti relativi agli investimenti per le infrastrutture a supporto della raccolta differenziata e per gli impianti di riciclo (con il 60% di risorse allocate su questo capitolo che sarà destinato al Centro-Sud). Uno snodo cruciale, dunque, per allinearsi alle richieste dell’Europa che fissa al 2035 il termine entro il quale lo smaltimento in discarica dovrà scendere al 10% e dovrà salire al 65% la quota di riciclo. Le risorse si muoveranno lungo tre assi: infrastrutturazione della raccolta differenziata, impianti per il riciclo delle frazioni della differenziata e flussi critici. Una particolare attenzione sarà poi dedicata alla frazione organica che è il 30% circa di tutta la produzione di rifiuti e che dovrà essere valorizzata per contribuire al raggiungimento dei target Ue. E lo stesso cambio di passo si applicherà ai rifiuti speciali gestiti oggi spesso in un’ottica emergenziale.

Insomma, un passo avanti importante nella trasformazione circolare della penisola. Un tema, quest’ultimo, che ieri è stato al centro di un digital event promosso da Accenture in collaborazione con il Sole 24 Ore e aperto proprio da un intervento del titolare del Mite, Roberto Cingolani, intervistato dal direttore Fabio Tamburini. «Per i 200 miliardi del Pnrr stiamo facendo una operazione che, dal punto di vista della trasformazione, impatta su vari domini», ha spiegato Cingolani. Uno, ha detto, «è la trasformazione energetica», perché «c’è un modello sviluppo per cui bruciamo combustibili fossili, produciamo anidride carbonica che contribuisce al riscaldamento del pianeta». E in questo scenario, ha aggiunto, «la transizione energetica è il primo pilastro della transizione», con la circolarizzazione che «diventa il secondo pilastro».

E che una spinta su questo fronte sia necessaria lo hanno detto ieri tutti i partecipanti al digital event, a cominciare dai vertici di Accenture Italia. «Sostenibilità e circolarità sono due leve straordinarie di competitività e crescita», ha sottolineato il presidente Fabio Benasso, mentre il ceo Mauro Macchi ha rimarcato «le opportunità che «le aziende sono nelle condizioni di cogliere, sfruttando le tecnologie per la transizione economica del paese». Benasso e Macchi hanno poi insistito sulla necessità «di fare sistema» lasciando, invece, a Sandro Orneli, managing director Sustainability Strategy Lead Europe di Accenture e coautore dell’edizione italiana del “Manuale dell’economia circolare”, il compito di rimarcare «la possibilità di coniugare uno sviluppo sostenibile attraverso l’economia circolare e l’ottimizzazione delle risorse».

Per consentire il pieno decollo dell’economia circolare, serve quindi un approccio di lungo respiro, rispetto al quale anche il mondo accademico può giocare un ruolo significativo, come ha evidenziato il rettore dell’Università Bocconi di Milano, Gianmario Verona: «Si è davanti a una sfida non banale e andiamo a lavorare con le competenze».

Tra gli attori cruciali della partita ci sono poi le aziende scese in campo ognuna con la sua ricetta. Per Eni, rappresentata ieri da Costantino Chessa, head of Procurement, è stato cruciale, «coinvolgere tutte le realtà che collaborano con noi», dal momento che «non c’è talvolta la piena consapevolezza sulle sostenibilità». Erica Danese, head of Sustainability Projects & Institutional Digital Channels di Tim, ha invece posto l’accento sulla trasformazione culturale e ambientale che l’economia circolare ha dettato portando il gruppo «a ridisegnare l’intero ciclo di vita di prodotti, oggetti e servizi», mentre Renata Mele, head of Sustainability di Leonardo, ha rimarcato come, nel ripensare il modello di business dell’azienda, si guardi con forza «alla sostenibilità in cui la circolarità è parte integrante».

E sull’economia circolare un contributo importante arriva anche dalla Cdp e dalle banche. La prima, ha detto Andrea Nuzzi, head of Corporate and Financial Institutions, sta portando avanti la sua azione a sostegno di imprese di imprese e amministrazioni pubbliche. Intesa Sanpaolo, ha invece evidenziato Massimiano Tellini, global head of Circular Economy, ha messo a disposizione 6 miliardi di euro di linee di credito per iniziative innovative ispirate all’economia circolare .

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