La Nazione, Cronaca di Grosseto
«Dalle alghe contenitori biodegradabili»
Orbetello, un’iniziativa pilota per il riutilizzo del materiale tolto dalla Laguna. Ecco lo studio rivoluzionario dell’Università di Siena
ORBETELLO Le alghe che soffocano la laguna, che riempiono le reti danneggiando la pesca, che
impediscono la navigazione, che sono un rifiuto speciale con tutto quello che ne consegue in termini di costi
per la raccolta, lo stoccaggio e lo smaltimento. E se un giorno qualcuno riuscisse a invertire tutto questo e
rendere le alghe una risorsa? Dopo vent’anni di commissariamento e dieci di accordo di programma, al
termine dei quali la laguna sta come prima se non peggio, l’idea di commercializzare le alghe torna a farsi
un’ipotesi concreta. E proprio in questi giorni, nel corso di Bright, all’Università di Siena si parla di un
progetto che va in questa direzione. Non è un tema nuovo, certo. Ma stavolta c’è qualcosa che prima non
c’era: i primi prototipi di materiale utilizzabile ottenuto lavorando le alghe. Il progetto si chiama ‘Omnialgae’, è
finanziato dal ministero della Transizione ecologia, con diversi partner, e a giugno arriverà alle conclusioni di
questa prima fase. Il soggetto capofila è il Dipartimento di biotecnologie, chimica e farmacia diretto da
Annalisa Santucci. «Le alghe della laguna – spiega Ottavia Spiga, uno dei docenti del gruppo di ricerca –
sono considerate rifiuto speciale e vengono conferite in discarica con costi altissimi per il comune e i suoi
cittadini. L’idea è di utilizzarle per ottenerne un estratto per ottenere materiale fitostimolante, che viene usato
in agricoltura per stimolare la crescita delle piante, come i pomodori. Spesso prevede l’uso di sostanze
chimiche. Il nostro è completamente green». Durante la lavorazione vengono tolti eventuali inquinanti da
smaltire (con costi inferiori rispetto all’intera alga) e altre sostanze che possono essere riutilizzate. «Con
alcune di queste – prosegue la professoressa Spiga – è possibile fare contenitori biodegradabili oppure della
carta. Stiamo collaborando con un’importante cartiera per i primi prototipi di carta ottenuta dalle alghe». Tra i
vari spin off di questo progetto ce n’è anche uno che riguarda il guscio della castagna amiatina, utilizzato per
produrre cosmetici che sono già in commercio. Si tratta di scarti, in quel caso, e non di rifiuti. Ma se arrivasse
a questo punto anche il progetto sulle alghe, per Orbetello sarebbe un’ottima notizia. E chi con il prossimo
accordo di programma si occuperà della laguna, e dei soldi stanziati per gestirla, dovrà tenerne conto.