Direttiva sulla plastica, altolà dell’industria: «No ad approcci punitivi»

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Direttiva sulla plastica, altolà dell’industria: «No ad approcci punitivi»

Il Sole 24 Ore

Direttiva sulla plastica, altolà dell’industria: «No ad approcci punitivi»

Piovesana: «Condividiamo gli obiettivi della Sup, ma con misure coerenti»

Nicoletta Picchio

«Condividiamo pienamente gli obiettivi di fondo della direttiva Sup». Ma occorre evitare «approcci inutilmente restrittivi e punitivi delle disposizioni comunitarie nei confronti dei prodotti monouso». Maria Cristina Piovesana, vice presidente di Confindustria per l’Ambiente, la Sostenibilità e la Cultura, nell’audizione di ieri presso la Commissione Ambiente della Camera ha sottolineato le preoccupazioni degli industriali: «Il raggiungimento degli obiettivi di salvaguardia ambientale deve essere proporzionato ed effettuato attraverso misure coerenti ed efficaci». Piovesana ha anche ribadito il no alla plastic tax: «Misura punitiva che non incide sui comportamenti e drena risorse alle imprese per investimenti in economia circolare e riconversioni».

La Commissione Ue sta predisponendo in questi giorni l’atto di esecuzione della direttiva Sup: per Confindustria è «fondamentale» che il metodo sia incentrato sul quantitativo di plastica nei prodotti e non sui prodotti stessi», per evitare che la direttiva ne pregiudichi alcune tipologie, su cui «le filiere italiane hanno posizioni di leadership a livello internazionale».

Nello schema legislativo di recepimento della direttiva Sup, ha detto Piovesana, è stata recepita la definizione di plastica contenuta nella normativa Ue, escludendo le vernici, gli inchiostri, gli adesivi e i rivestimenti in plastica inferiori al 10% del peso totale del prodotto. Ma non è stata recepita la proposta di Confindustria, ha sottolineato la vice presidente, di immettere sul mercato plastica ottenuta da materia prima riciclata o prodotti in plastica destinati ad essere utilizzati in determinati ambienti confinati (ad esempio mense e ospedali). «Auspichiamo che possa essere tenuta in considerazione nei pareri da parte delle competenti Commissioni parlamentari, perché si tratta di misure proporzionate, in linea con l’economia circolare, che puntano ad evitare la dispersione assicurando il riciclo dei prodotti a fine vita».

Secondo Piovesana a livello nazionale il paese si dovrebbe dotare di «una strategia per le plastiche nell’economia circolare, che punti su obiettivi strategici per innovazione di processo ed ecodesign, prevenzione della produzione dei rifiuti, incremento della raccolta e riciclo, compostaggio delle bioplastiche. La strategia dovrà anche riguardare strumenti finanziari per lo sviluppo di filiere circolari». Tornando alla direttiva Sup è importante per Confindustria che gli obiettivi di riduzione della plastica monouso siano stabiliti a livello centrale: occorre la regia dello Stato nella stipula degli accordi di programma, per assicurare un quadro uniforme nel paese. Inoltre nei regimi transitori sarà fondamentale tenere conto dei tempi minimi necessari oggettivamente per le imprese per il reperimento sul mercato, la verifica di idoneità e il passaggio all’utilizzo di prodotti alternativi alla plastica monouso.

Dobbiamo avere traguardi ambiziosi, ma tempi ragionevoli per conseguirli, ha sottolineato Piovesana ai deputati: «lo dico non per difendere una posizione di retroguardia, l’industria del nostro paese, secondo Ispra, è ai vertici in Europa nell’economia circolare, utilizzo ottimale di materia prima, gestione dei residui di lavorazione. Il rischio è di perdere competitività, strappi nel sistema sociale, insostenibilità del debito pubblico».

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