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Ecoballe, l’operazione recupero è costata oltre 3,4 milioni di euro

Il Tirreno, Cronaca di Piombino-Elba

Liquidati gli ultimi pagamenti. Parte del carico disperso nel 2015 dalla motonave IVY è ancora in mare

Ecoballe, l’operazione recupero è costata oltre 3,4 milioni di euro

Manolo Morandini

PIOMBINO. Circa 58mila euro per chiudere i conti. Liquidate anche le ultime spese sostenute a vario titolo per il recupero, il deposito temporaneo e il successivo smaltimento delle ecoballe che costituivano parte del carico della motonave IVY disperso in mare nel golfo di Follonica il 23 luglio 2015 in prossimità di Cerboli. 

Gli ultimi bonifici a favore delle ditte Stmp Srl, Permare Srl e Benassi Snc sono stati emessi dal capo del Reparto ambientale marino, l’ammiraglio ispettore Aurelio Caligiore, in veste di commissario straordinario del governo nominato con decreto del presidente della Repubblica il 25 giugno 2019. Tra i soggetti che hanno potuto beneficiare dei ristori riconosciuti dal commissario liquidatore figurano sia organi istituzionali come il Comune di Piombino, indennizzato nei giorni scorsi, che soggetti privati quali le imprese di pesca della marineria di Piombino che, con l’impiego dei propri pescherecci, hanno contribuito a recuperare 18 delle 56 ecoballe disperse in mare. Complessivamente sono state liquidate somme a vario titolo per un totale di circa 58mila euro. Con la liquidazione delle spese da parte del commissario straordinario si chiude di fatto una vicenda durata oltre sei anni, che ha interessato una zona di mare di particolare pregio naturalistico, parte integrante del Parco nazionale dell’Arcipelago Toscano, ricompresa nel Santuario dei Cetacei. 

È il 23 luglio 2015 quando il cargo IVY in prossimità dell’isolotto di Cerboli perde 56 balle di rifiuti plastici pressati: 63. 000 chili. Il fatto viene scoperto dalle autorità solo a distanza di mesi. A marzo 2016 Arpat invia i risultati dei campionamenti: non risulta presenza di sostanze tossiche né metalli pesanti oltre i limiti. 

Si deve arrivare a gennaio 2019: il ministero dell’Ambiente dice che le indagini «hanno fatto emergere che gli imballaggi stanno trasformandosi in spazzatura marina». Il 25 giugno di quell’anno con decreto del Presidente della Repubblica l’ammiraglio ispettore Caligiore viene nominato commissario straordinario del governo per il recupero delle ecoballe. Ma il 20 dicembre l’Autorità garante per la concorrenza del mercato contesta la sua nomina. Ed ha inizio un lungo stallo da cui la burocrazia romana è uscita con grande difficoltà. Il 25 giugno 2020 arriva a scadenza naturale l’incarico di Caligiore. 

Il 22 luglio il governo delibera lo stato di emergenza nazionale e nomina commissario straordinario l’allora capo dipartimento della Protezione civile nazionale Angelo Borrelli. Il 3 agosto viene allestito il centro operativo avanzato di Protezione civile al porto di Piombino e iniziano le attività di ricerca e recupero affidate alla Marina militare. All’inizio di dicembre dello scorso anno il Comitato di indirizzo, convocato dal Capo del dipartimento della protezione civile, Angelo Borrelli, coordinatore degli interventi nel Golfo di Follonica, ha messo ufficialmente fine all’operazione di recupero delle ecoballe. Sei mesi è durata l’operazione, che ha convogliato a Piombino un gran numero di uomini e mezzi della Marina e dell’Ispra, che alla fine ha riportato a galla 15 ecoballe dai fondali, che insieme alle 17 spiaggiate o recuperate da pescatori nel corso degli anni portano il totale a 32. Di 24 non è stata trovata traccia. All’epoca furono affidate a una nota della Protezione civile le conclusioni del Comitato di indirizzo: «preso atto delle attività effettuate e a fronte della mappatura di un’area di 295 chilometri quadrati dei fondali, in cui non sono stati rilevate ulteriori ecoballe, ragionevolmente ne esclude la presenza nelle acque del Golfo di Follonica». Da qui la decisione «di chiudere la gestione della fase emergenziale». Sei mesi in cui sono stati spesi 3,3 milioni di euro.

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