Il Tirreno, Cronaca di Grosseto
Giorgieri e Benini non concedono aperture
«Vecchio o nuovo, l’impianto non serve»
Giulia Sili, Follonica. «Non importa che sia vecchio o modernissimo: non abbiamo bisogno di un impianto di incenerimento nella Piana di Scarlino, perché gli obiettivi sono altri»: a dirlo è la segretaria del Pd e assessora all’Ambiente del Comune di Follonica Mirjam Giorgieri.Ieri, con un intervento fermo e deciso, il sindaco di Gavorrano ha parlato apertamente delle sue idee in merito all’inceneritore di Scarlino. La questione è stata affrontata in una lunga intervista rilasciata al Tirreno. Alle parole del sindaco, però, non sono state risparmiate critiche, arrivate anche da parte dei compagni di partito.Come è noto, dopo le richieste fatte, anche il Comune di Gavorrano prenderà parte alla conferenza dei servizi che deciderà delle sorti dell’impianto di Scarlino Energia. Ma la posizione del primo cittadino di Gavorrano sembra distanziarsi da quella dei suoi colleghi dei Comuni limitrofi. Nell’intervista Biondi afferma infatti di non avere pregiudizi nei confronti dei termovalorizzatori di moderna concezione, «perché – dice – la tecnologia avanzata c’è e i rifiuti che non possono essere recuperati o riciclati pure». Inducendo quindi a pensare che l’ammodernamento dell’impianto di Scarlino, così come richiesto dalla società che lo gestisce, potrebbe essere una strada percorribile. Parole che non sono andate giù a Giorgieri da sempre ferma sul no all’inceneritore. L’assessora spiega quindi qual è il tipo di sviluppo che si augura per questo territorio.Un pensiero, sottolinea l’assessora, «condiviso non solo dal Pd locale ma a tutti i livelli: dalla segretaria regionale Simona Bonafè al presidente della Regione Eugenio Giani, fino alla consigliera regionale Donatella Spadi». Per Giorgieri, se qualcosa ci deve essere, che sia un impianto di riciclaggio: «Basta con la divisione tra chi difende l’industria e chi difende l’ambiente in modo penalizzante per gli investimenti – dice – La politica locale, con il Pd di Follonica in testa, sta cercando da anni di coniugare lo sviluppo economico insieme al rispetto dei parametri ambientali. È un errore fossilizzarsi sugli impianti di incenerimento che hanno un impatto enorme sul territorio, c’è bisogno di qualcosa di diverso, che abbia un impatto zero». Importante, secondo l’assessora, è capire come si vuole chiudere il ciclo dei rifiuti ed è proprio su questo punto che la politica dovrebbe avere un fronte comune e un obiettivo da prefigurarsi.Un obiettivo che per il Pd locale c’è, anche se Biondi, di fatto, sembra non condividerlo: «Non abbiamo necessità di inceneritori perché dobbiamo andare nella direzione di aumentare la raccolta differenziata dei rifiuti. Non vogliamo quindi pensare a discariche o ad impianti di incenerimento perché l’obiettivo più alto, quello più importante, deve essere il riciclo e il riuso dei rifiuti». Insomma, per Giorgieri, qualsiasi impianto di incenerimento rappresenterebbe un salto nel passato. La società Iren, che ha acquisito il controllo di Scarlino Energia, rappresenta oggi un interlocutore nuovo che ha avuto già dei contatti con le varie amministrazioni: «Hanno dimostrato subito serietà – dice l’assessora – e la non volontà di mettersi in contrasto con il territorio – sottolinea – Per me si parte da lì, siamo disponibili a dialogare con l’azienda. Mi appello quindi ad Iren affinché ci faccia delle proposte alternative all’inceneritore che siamo disponibili ad ascoltare». Questa stessa posizione è ribadita anche dal sindaco di Follonica Andrea Benini che conferma la sua contrarierà a qualsiasi impianto di incenerimento, anche di nuova generazione. «Per 25 anni questi territori sono stati presi in giro – dice Benini – tante volte si è parlato high tech e sistematicamente i progetti presentati sono stati quelli di massimizzare il profitto con il minimo degli investimenti». Per il primo cittadino è quindi fondamentale pensare prima di tutto a una pianificazione territoriale. «Il nostro è un no a quel tipo di impianto – conclude Benini – ma diciamo sì allo sviluppo manifatturiero e industriale che sia di qualità. Credo che Iren sia interessata a ragionare di altro e se la società vuole dialogare con il territorio, noi siamo disponibili».