Il Piano industriale di Sei Toscana entra nel vivo, avviato il confronto col territorio

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Il Piano industriale di Sei Toscana entra nel vivo, avviato il confronto col territorio

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Il Piano industriale di Sei Toscana entra nel vivo, avviato il confronto col territorio

Diprima: «Va accolta con favore la presentazione del piano da parte del nuovo management, subentrato dopo l’ingresso del gruppo Iren»

A settembre in programma altri incontri con Ato e Comuni

Dopo l’approvazione da parte del cda prima, e dell’assemblea dei soci poi, Sei Toscana ha avviato il percorso di confronto e condivisione del proprio piano industriale con l’Ato sud e con tutti i 104 Comuni che lo compongono.

Il gestore unico dei servizi d’igiene urbana sul territorio ha predisposto un piano industriale da 150 milioni d’investimenti nei prossimi 5 anni, che punta incrementare contestualmente sia i quantitativi di rifiuti raccolti in modo differenziato (con un target al 72% nel 2026, rispetto 46,45% registrato nel 2019) sia la loro qualità per favorirne l’avvio a riciclo, semplificando al contempo i vari modelli di raccolta adottati su un territorio ampio quanto eterogeneo.

«Va accolta con favore la presentazione del piano industriale di Sei Toscana da parte del nuovo management della società subentrato dopo l’ingresso del gruppo Iren – dichiara il direttore dell’Ato Sud, Paolo Diprima – accogliendo un’istanza che Ato aveva da tempo sollecitato per definire un quadro organico di interventi di efficientamento della gestione che portino nel tempo ad una miglior qualità del servizio a beneficio degli utenti e dell’ambiente e a un contenimento dei relativi costi».

Un obiettivo tutt’altro che facile da raggiungere, in un contesto in cui si richiedono modalità di raccolta rifiuti particolarmente onerose in termini di mezzi e personale (si pensa al porta a porta), peraltro su un territorio caratterizzato da molti fattori inflessibili che incidono sui costi economici: dalla presenza di Comuni a forte valenza turistica, bassa densità abitativa o contesti montani.

Dalla società si mostrano comunque fiduciosi, forti del know how accumulato e degli importanti investimenti in programma: «Si tratta di un piano che nasce dalle reali esigenze del territorio – spiegano il presidente di Sei Toscana, Alessandro Fabbrini e l’ad Salvatore Cappello – e cala le azioni d’intervento nelle realtà specifiche in cui la società opera. Questi primi incontri e, soprattutto, quelli in programma a settembre, serviranno proprio a confrontarci con le amministrazioni locali per delineare un modello di servizio il più possibile omogeneo, capace di garantire una sua adattabilità rispetto alle specifiche esigenze e, al contempo, risultare davvero efficiente».

Finora, ai quattro incontri per la condivisione del piano industriale che si sono svolti in modalità online, hanno partecipato circa due terzi delle amministrazioni del territorio. Ma a breve, appunto, il confronto si intensificherà ulteriormente.

«Il mese prossimo – conclude la presidente del consiglio direttivo dell’Ato Sud, Alessandra Biondi – partirà il lavoro di analisi vero e proprio sui territori e qui si valuteranno approfonditamente le scelte e le ricadute sui singoli Comuni, portando a sintesi le istanze che saranno espresse dalle amministrazioni di aree omogenee dal punto di vita territoriale».

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