Il sindaco Biondi dà il via libera alla riapertura dell’inceneritore

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Il sindaco Biondi dà il via libera alla riapertura dell’inceneritore

Il Tirreno, Cronaca di Grosseto

Il Comune di Gavorrano prenderà parte alla Conferenza dei Servizi in Regione

«Non ho pregiudizi sui termovalorizzatori, le imprese non devono morire»

Il sindaco Biondi dà il via libera alla riapertura dell’inceneritore

Massimiliano Frascino

Gavorrano. Il Comune di Gavorrano prenderà parte alla conferenza dei servizi che deciderà delle sorti dell’impianto di cogenerazione di Scarlino Energia. Lo scorso 15 marzo il sindaco Andrea Biondi ha comunicato alla Regione «l’interesse a prendere parte a nome della comunità che rappresento. Le conseguenze ed i riflessi – spiegava – anche per il comune di Gavorrano dell’esito del procedimento in oggetto sia sul piano ambientale sia sul piano occupazionale, sono infatti di tutta evidenza e tali da giustificare la presente richiesta».Martedì scorso la Regione ha dato risposta affermativa con una lettera firmata dall’architetta Carla Chiodini, responsabile del procedimento. Il Tirreno ha deciso di chiedere di entrare nel merito al sindaco Biondi, e ne è venuta fuori una lunga chiacchierata.

Allora sindaco dalla sua lettera sembra molto interessato a partecipare…

«Certo che lo sono! Gavorrano è in linea d’aria a pochi chilometri dall’area del Casone, con tutto quello che rappresenta in termini ambientali ed occupazionali».

Quindi?

«Quindi la prima cosa che mi preme dire è che io al pari degli altri sindaci ho le stesse preoccupazioni rispetto alle condizioni ambientali della piana di Scarlino, che interessano l’intero comprensorio delle Colline Metallifere. Ma su questo c’è un “ma”…».

Esplicitiamolo.

«L’ho detto anche ai tavoli di confronto ai diversi livelli istituzionali, a partire da quello in Regione: se vogliamo che le criticità ambientali siano affrontate e risolte bisogna mantenere produttiva l’area del Casone di Scarlino. Trovando il modo di affrontare i problemi insieme alle aziende che ci operano. Se queste se ne andassero rimarrebbe solo i problemi ambientali, e come al solito toccherebbe allo Stato da solo farsene carico. Il che è inaccettabile. Naturalmente do per scontata la preoccupazione per i posti di lavoro qualificati che l’industria garantisce».

Quindi lei ce l’ha coi comitati?

«Non ho bisogno di attaccare qualcuno per avere un punto di vista. Da sindaco mi occupo di governare i processi, e io sono convinto che il settore manifatturiero sia importante sotto più profili: tecnologico, occupazionale e delle competenze. Bisogna fare in modo di tenere qui le aziende, possibilmente attrarne altre, e convincerle dell’importanza di investire in innovazione per favorire il decollo dell’economia circolare. Peraltro, cosa ampiamente prevista dal Piano nazionale di resilienza e rilancio, in attuazione del Next Generation Eu (o recovery plan) all’insegna della transizione ecologica. A Sesto San Giovanni hanno chiuso il vecchio inceneritore, che sarà sostituito da una bio-piattaforma che produrrà fertilizzanti dai fanghi di depurazione, bruciando quelli in eccesso in un cogeneratore per produrre energia elettrica e calore. Un progetto carbon free e green dentro la città».

Quindi lei è favorevole all’ammodernamento dell’impianto di Scarlino Energia?

«Semplicemente non ho pregiudizi negativi sui termovalorizzatori di moderna concezione, perché la tecnologia avanzata c’è e i rifiuti che non possono essere recuperati o riciclati pure. Sia quelli urbani che quelli industriali. Bisogna andare a vedere le carte all’azienda e valutare nel merito i progetti. Semplice».

Ne ha parlato con loro?

«Sì, ho incontrato l’amministratore delegato di Scarlino Energia, Luca Galimberti, espressione della proprietà Iren. Il loro piano industriale prevede anche l’utilizzo come combustibile dei fanghi reflui dei depuratori civili di Fiora Spa. Sono diverse decine di migliaia di tonnellate di fanghi, una parte dei quali è utilizzata per produrre fertilizzanti e biogas. Ma il grosso sarebbe destinato alle discariche con una pratica tutt’altro che ambientale e alti costi di smaltimento. Non vedo perché non utilizzarli per produrre energia elettrica e calore. Mi parrebbe una scelta razionale. Come quella di utilizzare il Css realizzato con i rifiuti non recuperabili o riciclabili».

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