In Toscana cresce la raccolta differenziata dei rifiuti, ma diminuisce l’avvio a riciclo

Raccolta differenziata: nel 2020 i comuni dell’Ato Toscana Sud registrano il maggior aumento della regione
2 Dicembre 2021
Nella Toscana del sud la raccolta differenziata cresce a velocità doppia
1 Dicembre 2021
Mostra tutti gli articoli

In Toscana cresce la raccolta differenziata dei rifiuti, ma diminuisce l’avvio a riciclo

Greenreport

In Toscana cresce la raccolta differenziata dei rifiuti, ma diminuisce l’avvio a riciclo

Monni: «Del 62% attuale di raccolta differenziata, la Toscana riesce a riciclare il 43%»

Di Luca Aterini

La percentuale di raccolta differenziata dei rifiuti urbani continua a crescere in Toscana, grazie all’impegno profuso dai tre gestori dei servizi d’igiene urbana presenti sul territorio, arrivando nel 2020 a quota 62,12%. Ora però deve aumentare anche l’impegno dei cittadini nel conferire correttamente i rifiuti nei vari mastelli, perché l’effettivo avvio a riciclo è molto più basso e si ferma al 43%.

Sono questi i principali dati messi in evidenza ieri in Palazzo Strozzi Sacrati, dove l’assessora regionale all’Ambiente ha illustrato i dati certificati dall’Agenzia regionale recupero risorse (Arrr), relativi alla raccolta differenziata in un anno particolare come quello della pandemia, che ha influenzato profondamente anche i flussi dei rifiuti.

La generazione di rifiuti urbani in Toscana, pari nel 2020 a 2,156 milioni di tonnellate, è calata ad esempio di oltre il 5% rispetto al 2019; anche il dato procapite risulta in discesa con -25 kg/abitante (da 613 a 588 kg/abitante, avvicinandosi ai dati di fine anni 90).

Nonostante l’emergenza sanitaria tutti e tre gli Ato hanno migliorato la propria performance, contribuendo a un dato medio regionale (62,12%) che inizia finalmente ad avvicinarsi a quello che per obbligo di legge avremmo dovuto raggiungere già nel 2012 (ovvero il 65%).

Sulla Costa la differenziata è arrivata a superare questa soglia (65,74%, +1,42% sull’anno), inseguendo il Centro capolista (66,56%, +1,46%); il Sud resta per ora in coda ma con un grande slancio, dato che registra la crescita maggiore rispetto a tutti gli altri Ato (50,15%, +3,53%).

Per migliorare ancora, l’assessora Monia Monni ha annunciato investimenti e progettualità. Da un lato ai tre Ato (ovvero gli ambiti territoriali ottimali) verrà messo a disposizione quasi 1 milione di euro, sia per premiare i Comuni più virtuosi sia per stimolare piccoli progetti locali di raccolta differenziata; dall’altro lato, l’avviso pubblico per raccogliere manifestazioni d’interesse in merito alla realizzazione d’impianti per la valorizzazione dei rifiuti rappresenta un passaggio fondamentale per migliorare la carente infrastruttura toscana.

«Siamo in contatto costante con Ato e gestori – spiega Monni – per la presentazione dei progetti che devono andare nella direzione di aumentare la raccolta differenziata ed il riciclo, considerato che del 62% attuale la Toscana riesce a riciclare il 43%. È evidente che occorre potenziare l’impegno su questo versante per dar vita ad impianti che siano in grado di creare filiere del riciclo, per mettere a disposizione delle industrie quantità crescenti di materie prime seconde derivanti dai rifiuti».

A crescere però dev’essere anche la consapevolezza dei cittadini, perché sbagliare a conferire i propri rifiuti negli appositi mastelli – qui alcuni esempi – significa peggiorar da subito le possibilità di riciclo. Ma su questo fronte non si notano progressi, anzi, testimoniando per l’ennesima volta l’urgenza di investimenti in buona comunicazione e informazione ambientale.

Se solo il 43% dei rifiuti urbani raccolti viene effettivamente avviato a riciclo, significa che oltre il 19% della raccolta differenziata (62,12%) viene “buttato via” di nuovo; facevamo meglio nel 2018 quando, secondo i dati comunicati un anno fa sempre dall’Arrr, veniva avviato a riciclo il 46%.

Cosa c’è dunque all’interno di questo circa 20% di raccolta differenziata che non è riciclabile? Si tratta di scarti che vengono individuati per tempo – ovvero prima che arrivino negli impianti di riciclo come cartiere, vetrerie, etc – dalle apposite piattaforme di selezione presenti in Toscana, per poi essere indirizzati a impianti di recupero energetico (come i termovalorizzatori) o discarica. Impianti che, beninteso, servono anche per gestire gli inevitabili rifiuti che esitano a loro volta dai processi industriali di riciclo.

Chiamaci
Raggiungici