La Multiutility alla prova mercato Estra e Publiacqua, i nodi irrisolti

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La Multiutility alla prova mercato Estra e Publiacqua, i nodi irrisolti

La Nazione, Cronaca Toscana

La Multiutility alla prova mercato Estra e Publiacqua, i nodi irrisolti

Offerti 100 milioni ai soci privati (Acea e Suez) della società idrica: la risposta entro giugno prossimo

di Luigi Caroppo FIRENZE Ottimismo ed entusiasmo. Si lavora pancia a terra per dare gambe al colosso dei servizi della Toscana. La Multiutility regionale, la svolta auspicata per energia, acqua, rifiuti, gas è ufficialmente nata. E ora deve crescere. Mettendosi alla prova di fronte alle difficoltà e agli ostacoli. Due gli scenari sui cui si deve misurare: il primo legato alle imprese da far entrare nella partita, il secondo legato al coinvolgimento dei Comuni, in primo luogo i capoluoghi toscani. Martedì scorso è stata sancita con l’atto di fusione di Acqua Toscana (soci pubblici di Publiacqua), Consiag, Publiservizi, Alia Servizi Ambientali, il via alla rivoluzione che punta a maggiori investimenti, sostenibilità ambientale e sociale, riduzione delle tariffe, quotazione in Borsa (ma con maggioranza sempre nelle mani pubbliche).Che farà Estra, nata in Toscana e leader del mercato del gas in Italia? Che succederà in Publiacqua dove il pressing su Acea (società che guida la compagine privata di Acque Blu fiorentine) continua?Intanto la road map è tracciata:dal gennaio 2023 la maxi azienda, capitale sociale di 302 milioni di euro, completerà la fusione coinvolgendo 66 Comuni fra Prato, Firenze, Pistoia ed Empoli (dovranno arrivare le approvazioni da parte dei consigli comunali e delle varie assemblee dei soci delle società oggetto di fusione, servirà anche il via libera anche dell’Autorità Antitrust). Forte il portafoglio azioni: la Multiutility Toscana avrà a disposizione il 39,6% di Estra, il 19,3% di Acque Spa e il 31% di Toscana Energia. Questione Publiacqua: l’offerta è stata fatta. 100 milioni per liquidare Acque blu fiorentine (Acea, Suez e altri). Ancora non c’è risposta. Si tratta, ma non è partita facile, per niente. Fischio di chiusura a giugno 2022. I soci privati potrebbero anche rivolgersi alla giustizia rifiutando l’offerta. Potrebbero voler rimanere nella società di gestione idrica. Ma Acqua Toscana chiederebbe a quel punto di poter esprimere l’amministratore delegato. Esito incerto. Capitolo Estra: con la società del gas la Multiutility farebbe un salto enorme nel peso specifico sul mercato. Intanto la Multiutility sarà il socio di riferimento di Estra e il prossimo anno ci saranno le nuove nomine del consiglio di amministrazione. Fronte Comuni: Arezzo e Siena per il momento non hanno aderito al percorso di conferimento delle quote nella Multiutility, anche se potrebbero farlo in futuro. Con il 100% di quote di Estra e Publiacqua la Multiutility Toscana avrebbe una fortissima spinta operativa nei servizi pubblici: acqua, gas, energia e rifiuti. Non è nei radar della Multiutility Toscana Energia visto che Italgas, che ne detiene il 50,66% delle quote continua a scommettere con forza sulla Toscana e non vuole assolutamente mollare la quota di mercato. Oltre ad Arezzo e Siena la Multiutility, con il suo ambasciatore principale alla regia, l’amministratore unico di Consiag, Nicola Perini, sta dialogando con associazioni e altre amministrazioni comunali. Il sindaco di Siena De Mossi ha espresso appoggio alla nuova realtà; con il sindaco di Arezzo, Alessandro Ginelli, il confronto è aperto così come con i soci di Intesa (25 % in Estra). E gli altri? L’amministrazione di Pisa è determinante per allargare i confini del colosso dei servizi. «Si stanno aspettando i tempi più maturi» si dice al quartier generale della Multiutility. Intanto in agenda dopo il primo faccia a faccia con Confindustria Toscana Nord a Prato ci sono gli appuntamenti con le associazioni dei consumatori e prossimamente con i sindacati.

le reazioni

Critiche da sinistra E la destra protesta

Critiche alla nascita della Multiutility toscana sia da sinistra che da destra.«Una follia sempre, oggi ancora di più» commenta la segreteria toscana di Rifondazione comunista. «Adesso al Pd toscano non basta più la privatizzazione vuole addirittura la finanziarizzazione e celebreranno a breve, l’ingresso sul mercato finanziario» dicono Eugenio Baronti e Tommaso Panigada di Sinistra Italiana.E Marco Stella, capogruppo di Forza Italia in consiglio regionale: «Noi siamo favorevoli a una multiutility solo se si governano i processi. Come è stata pensata in Toscana è solo una scatola vuota, che nomina i presidenti ma non gli amministratori delegati. Sono ancora troppi i nodi irrisolti». Il centrodestra aveva chiesto il dibattito in aula, ma la proposta è stata respinta.

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