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L’alleanza per l’economia circolare Metanolo e idrogeno dai rifiuti

La Nazione, Cronaca Toscana

L’alleanza per l’economia circolare Metanolo e idrogeno dai rifiuti

La Regione chiama, i privati rispondono con 36 progetti. Tre grandi distretti del riciclo, piano da un miliardo

di Lisa Ciardi

FIRENZE

Sull’economia circolare, la Regione chiama e i privati rispondono. L’invito a proporre idee e progetti per una serie di distretti dedicati al trattamento e al riciclo dei rifiuti ha infatti colto nel segno: tanto che l’avviso pubblico esplorativo destinato alle imprese si è chiuso (il 31 marzo) con ben 36 manifestazioni di interesse. Si tratta cioè di altrettanti soggetti (spesso aggregati fra loro) che si sono fatti avanti per indicare come, dove e con quali investimenti sono pronti a scommettere sull’economia circolare. D’altronde, quello del trattamento dei rifiuti è uno dei business in più forte sviluppo. L’elenco completo dei progetti non è ancora stato diffuso perché gli uffici regionali dovranno prima vagliarne la congruità, ma diversi soggetti hanno già ufficializzato la loro partecipazione. Fra questi Alia Spa, società a capitale interamente pubblico, che insieme a una serie di aziende private (Maire Tecnimont–NextChem, Suez, Zignago Vetro) e alla società pubblico-privata Scapigliato ha presentato un piano da 1 miliardo e 190 milioni di euro per realizzare tre grandi distretti del riciclo in Toscana: a Empoli, Rosignano Marittimo e Pontedera. La partnership è stata presentata come una vera e propria «Alleanza per l’economia circolare» che punta a trasformare scarti diversi in metanolo, idrogeno, polimeri riciclati, biocarburanti e carburanti di carbonio riciclato. In tutto, potranno essere trattate e processate 704mila tonnellate di rifiuti l’anno, fra urbani indifferenziati, «plasmix» (miscela di plastiche eterogenee) e scarti derivanti da altri trattamenti di riciclo. Percorso diverso invece per Peccioli che dopo aver portato avanti una serie di trattative proprio con Alia, ha avanzato alla Regione, in alleanza con RetiAmbiente, la proposta di un impianto nell’area di Legoli. Si tratterebbe di un «vetrificatore» da costruire con circa 50 milioni di euro per trattare 120mila tonnellate di rifiuti, 80mila di scarti di indifferenziata provenienti dal trattamento meccanico biologico e 40mila di percolato. Il materiale di scarto verrebbe poi trasformato in palline di vetro, destinate al mercato dell’edilizia, per la produzione di asfalti o terreni drenanti. Su alcuni progetti per la produzione di biocombustibili a Livorno starebbe lavorando Eni, mentre Iren avrebbe risposto all’appello regionale proponendo un impianto per riciclare schede di telefonini e computer a Terranuova Bracciolini. E adesso? In Regione è stato costituito il gruppo di lavoro tecnico-istruttorio, composto dalla direzione ambiente dell’ente, i tre Ato e Arrr. Dovrà valutare la coerenza delle manifestazioni di interesse presentate rispetto ai requisiti richiesti. Seguirà un’informazione al Consiglio regionale e, nel frattempo, i privati affineranno i progetti. Se l’iter andrà avanti, infine, i vari soggetti realizzatori dovranno scegliere se inserirsi nel percorso finanziato dalla tariffa, o restare svincolati, in modo da operare più liberamente. Si tratta dunque di un processo per certi versi storico e rivoluzionario che ha mosso i primi passi in questi giorni ma che è destinato a cambiare il panorama produttivo dello smaltimento dei rifiuti nella nostra regione. Sull’economia circolare, dunque, la Regione ha chiamato e i privati hanno già risposto con una serie di idee e progetti.

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