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Peccioli, con i rifiuti ecco il biometano entro diciotto mesi

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L’annuncio del sindaco Macelloni: «Impianto da 40 milioni in partnership tra la società Alia e la Belvedere spa»

Peccioli, con i rifiuti ecco il biometano entro diciotto mesi

Pisa. Il presidente del colosso Maire Tecnimont Fabrizio Di Amato non ha dubbi: «I rifiuti sono il petrolio del terzo millennio», illustrando la tecnologia di recupero grazie alla quale, in un processo di gas di sintesi, si trasformano in biocarburanti, metanolo o etanolo. Una frase che è stata detta nell’ambito del convegno “L’economia circolare per il rilancio green dell’industria: la chimica verde per la chiusura del ciclo dei rifiuti”, ieri a Pisa, iniziativa promossa da NextChem, società del Gruppo Maire Tecnimont, e dalla Scuola Superiore Sant’Anna. Che i rifiuti potessero portare ricchezza e benessere lo aveva compreso in anticipo sui tempi, non vi sono dubbi, il sindaco di Peccioli Renzo Macelloni che, intervenuto ieri allo stesso convegno, ha spiegato le ulteriori strategie del Comune e dell’azienda Belvedere: «Presto – ha spiegato fra l’altro il primo cittadino – al massimo entro 18 mesi, inizieremo a produrre biometano da inserire nella rete nazionale sfruttando i rifiuti». Questo sarà possibile, ha aggiunto, «grazie all’impianto da 40 milioni di euro che realizzeremo grazie a una partnership che vede Alia, la società di gestione dei servizi ambientali della Toscana centrale, e la Belvedere spa, ciascuna con il 50% delle quote. Ero e resto convinto che la questione della gestione dei rifiuti debba essere affrontata con una forte impronta industriale ancorandola a uno stretto legame con il territorio». Macelloni ha poi raccontato il “modello Peccioli”, e cioè le strategie e le visioni che hanno trasformato il borgo toscano (riconosciuto con la bandiera arancione del Touring club come luogo di qualità turistico-ambientale) in un modello da studiare. «Oltre trent’anni fa ritenemmo indispensabile procedere a un intervento sulla discarica esistente con un progetto di risanamento che permise di bonificare il sito e servire le esigenze del territorio. Nel 1997 poi è nata su iniziativa dell’amministrazione la società Belvedere spa, una public company con oltre il 36% di azionariato popolare, diventata un punto di riferimento per la progettualità, l’innovazione e lo sviluppo del territorio e che costituisce insieme al Comune di Peccioli e la Fondazione Peccioli per il Sistema Peccioli». Peccioli un caso di studio, quasi un esempio vivente di quanto prospettato dai promotori del convegno, che hanno sottolineato come economia circolare e chimica verde possano essere le chiavi del rilancio green dell’industria in Toscana.

Ciclo dei rifiuti

Per l’occasione NextChem e Scuola Superiore Sant’Anna hanno presentato gli avanzamenti tecnologici e impiantistici per la chiusura del ciclo dei rifiuti nella regione. «Oggi la Toscana ha un’opportunità storica di chiudere il ciclo dei rifiuti grazie a nuove tecnologie impiantistiche che rispondono agli obiettivi di economia circolare e di decarbonizzazione dell’Unione Europea». In Toscana, è stato fatto notare, «si ha necessità di soluzioni impiantistiche che consentano di chiudere il ciclo della gestione dei rifiuti, con 2,28 milioni di tonnellate di rifiuti urbani e 10,1 milioni di tonnellate di rifiuti speciali prodotti ogni anno; dei rifiuti urbani oltre il 33% viene ancora smaltito in discarica e circa il 10% viene incenerito in impianti in via di chiusura».

Distretto Circolare verde

Così NextChem, la società di Maire Tecnimont che opera nel campo della chimica verde e delle tecnologie a supporto della transizione energetica e l’economia circolare, basandosi sul know how e l’esperienza di un Gruppo italiano dal respiro internazionale con circa 9.000 addetti e sedi in tutto il mondo, ha presentato – si spiega in un comunicato – il suo modello di distretto circolare verde e del ruolo che potrebbe contribuire alla chiusura del ciclo della gestione dei rifiuti in Toscana. Il distretto circolare verde può includere diverse tecnologie per realizzare prodotti della chimica verde come idrogeno, metanolo, etanolo dal riciclo di scarti plastici e secchi da cui estrarre carbonio e idrogeno per ricostruire molecole “circolari” e a basso contenuto carbonico, e per produrre idrogeno verde attraverso elettrolisi da fonti rinnovabili. M.B.

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