«Rifiuti, non fare gli impianti ci costa ogni anno 36,5 milioni»

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«Rifiuti, non fare gli impianti ci costa ogni anno 36,5 milioni»

Corriere Fiorentino

«Rifiuti, non fare gli impianti ci costa ogni anno 36,5 milioni»

G.Be.

Non correre ai ripari costruendo nuovi impianti per la gestione dei rifiuti in Toscana costa caro. E ora si sa anche quanto: 36,5 milioni di euro l’anno, secondo lo studio realizzato dall’istituto milanese Ref Ricerche. L’approfondimento promosso da Confindustria Toscana e Confservizi Cispel è stato presentato ieri a Firenze nell’Auditorium del Consiglio regionale. Una serie di cifre che non a caso è stata snocciolata di fronte ai principali protagonisti della stagione di progettazione regionale sul tema, il presidente Eugenio Giani e l’assessora regionale all’Ambiente Monia Monni. Lo studio ha evidenziato come le discariche toscane siano sature: «Tra quattro anni la capacità si esaurirà», hanno spiegato i tecnici, che hanno avuto modo di evidenziare i costi di smaltimento in questa regione siano cresciuti costantemente e più della media nazionale. Nei giorni scorsi ha preso il via l’iter di approvazione del nuovo Piano rifiuti, al quale si affianca l’avviso pubblico per le proposte impiantistiche che scade il 14 marzo. Anche i bandi del Ministero per la transizione ecologica per l’economia circolare scadranno lo stesso giorno: uno spartiacque che chiama in causa le imprese dei distretti toscani, che stanno proponendo i propri progetti. «Ma occorre che tutti si muovano nella stessa direzione, con l’obiettivo di garantire in pochi anni l’autosufficienza nel rispetto del principio di prossimità», spiega il presidente di Confservizi Cispel Toscana. La preoccupazione dell’assessore regionale Monia Monni si accompagna alla ferma volontà d’intervenire in fretta: «Abbiamo agito nella progettazione condivisa conoscendo questi numeri», dice, non mancando di criticare la «scarsa attenzione del Pnrr alla fase delle bonifiche». Il fabbisogno impiantistico regionale per le 597 mila tonnellate di rifiuti prodotti all’anno — di cui 192 mila speciali — vale quasi 900 milioni di euro di investimenti. «Nel 2030 — ha ammonito il presidente di Confindustria Toscana, Maurizio Bigazzi — avremo un gap di gestione ovvero ci saranno rifiuti industriali e urbani, che non troveranno soluzione in questa regione». In Toscana si ricicla meno rispetto alla media nazionale, molto meno rispetto a Emilia Romagna e Lombardia: «È una questione economica, ambientale ed energetica. Nei prossimi anni — spiega il presidente di Anci Toscana, Matteo Biffoni — sarà richiesto di esser sempre più autosufficienti. L’unica cosa che non possiamo permetterci di vincere questa sfida».

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