Rinviata la gara del Pnrr sull’economia circolare: troppo pochi i progetti meridionali.  Insorge la Toscana: “Grave danno, noi eravamo pronti”

Economia circolare, la Toscana ha rispettato i tempi per i bandi Pnrr ma ora dovrà aspettare
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Rinviata la gara del Pnrr sull’economia circolare: troppo pochi i progetti meridionali.  Insorge la Toscana: “Grave danno, noi eravamo pronti”

La Repubblica

Franco: “Fondi al Sud interesse di tutti” Ma il bando sui rifiuti riaccende lo scontro

Rinviata la gara del Pnrr sull’economia circolare: troppo pochi i progetti meridionali. 

Insorge la Toscana: “Grave danno, noi eravamo pronti”

di Rosaria Amato

ROMA — «Il recupero del Sud è nell’interesse di tutto il Paese»: è anche per questo che nasce il Pnrr. Nella conferenza stampa dopo il Consiglio dei ministri il responsabile dell’Economia Daniele Franco non si sottrae alla questione, spinosa, della destinazione del 40% dei fondi Pnrr al Mezzogiorno, esplosa dopo il “fuori onda” del sindaco di Milano Sala e del presidente della Lombardia Fontana. «Il Pnrr – ha detto – nasce con l’obiettivo dell’inclusività che si declina su giovani, donne e aree del Paese in situazione economica meno favorevole». Ma «questo non implica che il piano trascuri il Centro-Nord che riceve il 60% delle risorse». E d’altra parte la questione non è solo Nord-Centro-Sud, ragiona il ministro, «è che vi sono divari nelle capacità amministrative e di sviluppare nuovi progetti», ma «questa è la sfida che abbiamo davanti».

Il problema è che non basta mettere a disposizione le risorse per superare i divari, perché se mancano la capacità progettuale o i tecnici, se i tempi sono troppo stretti, il rischio è che le risorse rimangano lì, non richieste e non utilizzate, come succede da sempre con i fondi di coesione Ue. E come è successo ieri con i due bandi Pnrr del Ministero per la Transizione ecologica sull’economia circolare (uno da 1,5 miliardi per gli enti locali e l’altro da 600 milioni per le imprese): la scadenza era al 14 febbraio, ma erano arrivate domande solo per 1.600 milioni. Soprattutto, non c’è stata abbastanza partecipazione delle amministrazioni e delle imprese del Mezzogiorno.

Da qui la decisione del ministro Cingolani di spostare i termini al 16 e al 23 marzo, «con l’obiettivo di garantire l’obiettivo di coesione territoriale stabilito dal Pnrr». «Scriverò ai presidenti di Regione del Sud e all’Anci perché si adoperino per utilizzare al meglio la proroga di un mese ai bandi – annuncia la ministra per il Sud Mara Carfagna – . Il Mezzogiorno ha una storica carenza nel trattamento e nello smaltimento dei rifiuti, e intendo fare il massimo perché gli investimenti del Pnrr siano utilizzati fino in fondo». Meno pacata la reazione degli amministratori locali e delle imprese: «La Toscana ha candidato nel suo complesso interventi per 400 milioni, con l’obiettivo di rendere effettiva l’economia circolare nella nostra Regione denuncia il presidente Eugenio Giani – . Oggi subiamo un danno grave e intendiamo denunciarlo con forza». Il presidente di Confservizi Cispel Toscana Nicola Perini parla di «schiaffo a chi rispetta le scadenze». Rispettare scadenze stringenti come quelle del Pnrr però può diventare complicato se non si ha personale sufficiente e abbastanza specializzato: «I Comuni hanno perso 120 mila dipendenti per il blocco delle assunzioni, adesso possono assumerne 15 mila, ma solo se dispongono di risorse proprie», ha spiegato il presidente dell’Anci Antonio Decaro nell’audizione parlamentare di qualche giorno fa. Per i Comuni più piccoli ci sono 30 milioni per supportare le assunzioni, ma non sono sufficienti. Le procedure sono farraginose: Decaro ha chiesto al Parlamento di uniformare quelle del Pnrr con quelle ordinarie, «perché questo semplificherebbe la vita a chi lavora nei nostri uffici».

Inoltre, ha denunciato il coordinatore della Commissione Affari europei della Conferenza delle Regioni Gaetano Armao, la gran parte dei progetti risultano calati dall’alto: «Manca un reale accordo stabile tra presidenza del Consiglio, ministero dell’Economia e ministeri di spesa, che consenta alle Regioni di avere un quadro di riferimento complessivo dell’attuazione e non di rispondere di volta in volta a singole iniziative di spesa delle amministrazioni centrali, quando i relativi avvisi giungono alla pubblicazione». La Cabina di Regia, rileva ancora Armao, che per legge avrebbe dovuto gestire i processi del Pnrr con il coinvolgimento diretto di tutti gli enti, è stata convocata una sola volta, alla fine di dicembre. Poco confronto, bandi «avulsi dal contesto di pianificazione ». Un allarme al quale dare risposta subito, se non si vuole rischiare che altri bandi vadano deserti.

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