Super sconto Tari nei Comuni che ospiteranno i biogassificatori

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Super sconto Tari nei Comuni che ospiteranno i biogassificatori

La Repubblica – Firenze

Super sconto Tari nei Comuni che ospiteranno i biogassificatori

di Ernesto Ferrara 

Un piano per ridurre le bollette dei rifiuti, arrivando fin quasi all’esenzione per i cittadini, nei Comuni che ospiteranno i nuovi biogassificatori in grado di trasformare i rifiuti indifferenziati in metanolo, etanolo e idrogeno. Con una novità clamorosa che salta fuori il giorno dopo la chiusura dell’avviso pubblico della Regione: queste nuove strutture, con forni fino a 1.200 gradi, saranno in grado di trattare non solo la frazione indifferenziata prelavorata ma anche parte dei cosiddetti rifiuti speciali. Dai residui della lavorazione della carta – il pulper – agli scarti del tessile e della pelletteria. Forse anche una parte della “ spazzatura” dell’industria chimica. E per una regione che oggi esporta e smaltisce fuori dai propri confini 20- 30 mila tonnellate annue di urbani, 400 mila tonnellate di pulper e svariate centinaia di migliaia di tonnellate di altri tipi di rifiuti speciali, con costi esorbitanti sulle bollette ma anche per le aziende, un’enorme svolta all’orizzonte è ora servita.

Sono 36 le proposte arrivate all’avviso pubblico regionale per sondare la disponibilità di gestori e privati a realizzare impianti per i rifiuti. Cinque o sei sono biogassificatori, mega impianti da 3-400 milioni di euro di investimenti per trasformare indifferenziati o residui del Tmb, gli altri sono impianto più piccoli e specifici, per le alghe o i pannolini, gli ingombranti, le terre di spazzamento o gli scarti degli sfalci di aiuole e giardini. Si prospettano investimenti per una cifra tra 1,5 e 2 miliardi di euro e ci sono colossi e società locali interessati, da Alia a Reti Ambiente a Scapigliato ( 3 progetti). Con partner big, da Suez a Maire Tecnimont. 

Un assalto a sorpresa. Tanto più visto che il giorno dopo l’annuncio del bando dell’assessora all’ambiente Monia Monni fioccarono più che altro accuse di scaricabarile per la scelta di sondare il mercato su localizzazioni e tecnologie. La scommessa sembra però intrigare: Alia ha proposto 3 impianti di biogassificazione ( uno a Empoli da 192 mila tonnellate nella zona industriale del Terrafino, il secondo a Rosignano Marittimo nell’area della discarica Scapigliato da 256 e un altro a Pontedera accanto alla Revet, sempre 256), 2 li ha proposti Reti Ambiente, spa dei rifiuti della costa, uno a Massa vicino alla Cermec e un secondo ( di vetrificazione) con la Belvedere spa a Peccioli. A quanto pare anche Eni si è fatta avanti per l’area di Stagno a Livorno, proponendo un impianto per la produzione di biometano dai rifiuti, cioè un altro gassificatore. Forse persino troppe proposte: non è detto che la Regione le autorizzi tutte. Ma la scossa c’è stata. Dove porterà? Arriveranno poi davvero in fondo i progetti o la sindrome “Nimby” riuscirà a fermarli? E saranno realmente sostenibili per l’ambiente? Domande aperte. Obiettivo: evitare tante Case Passerini bis. Alia rivendica di aver fatto progetti di fattibilità «da condividere coi territori » . E una serie di forme di compensazione per le comunità locali sono già sul tappeto: i posti di lavoro per iniziare, si parla di 200 circa a impianto, ma soprattutto la forte riduzione, fin quasi ad arrivare all’esenzione, della Tari, la tariffa dei rifiuti, per i residenti dei Comuni che accettano di avere le infrastrutture. È stata la sindaca di Empoli Brenda Barnini a porre ufficialmente il tema e Alia ha aperto ad una valutazione da condividere con l’Ato e la Regione, che è favorevole. Lo stesso schema potrebbe essere replicato ovunque, da Pontedera a Massa, da Rosignano a Livorno. Il tema sarà di sostenibilità economica perchè gli impianti costano tanto e cominciano a ricavare dalla vendita dell’energia solo dopo qualche anno. Il fatto che impianti simili possano trattare anche rifiuti speciali di fatto stringendo accordi di mercato coi distretti produttivi (dalla carta alla plastica alle pelletterie) aiuta ( per smaltire i privati pagano), oltre ad essere essenziale per arrivare all’autosufficienza regionale dei rifiuti e centrare l’obiettivo del 10% in discarica entro il 2035 ( oggi siamo al 34%). Ogni impianto peraltro promette un’integrazione col territorio; quello di Rosognano potrebbe smaltire parte delle scorie del distretto Solvay, quello di Empoli generare l’idrogeno con cui la vetreria Zignago punta ad alimentarsi in futuro, quello di Pontedera integrarsi con la Revet. Ma la scommessa è agli inizi.

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