Ultimatum ai sindaci sui rifiuti «Basta scaricare la responsabilità»

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Ultimatum ai sindaci sui rifiuti «Basta scaricare la responsabilità»

Corriere Fiorentino

Ultimatum ai sindaci sui rifiuti «Basta scaricare la responsabilità»

Monni: «Prima approvano il piano e poi i no». Barnini replica: «Serve il dialogo»

Giorgio Bernardini

Il braccio di ferro sul piano rifiuti in Toscana è deflagrato in pubblico: l’assessora toscana all’ambiente Monia Monni (Pd) striglia i sindaci, che replicano rimandando la palla nel campo della Regione. «Serve una presa di responsabilità della classe dirigente del territorio: non basta dire “serve un impianto ma a casa di qualcun altro”, perché è troppo facile», ha detto Monni ieri sera nella puntata di Telegram , su Toscana Tv . Il suo è un ultimatum sulla localizzazione del termovalorizzatore. E un richiamo alla responsabilità per tutti «i portatori di interesse — per primi proprio i sindaci — verso una scelta collegiale». Insomma, per dirlo con le sue parole: «Non si può caricare di questa scelta solo un assessore o un presidente regionale, perché con questo sistema le cose sono rimaste bloccate per decenni».

Il casus belli è quello del passaggio a vuoto sul progetto dell’impianto empolese, che nei mesi scorsi — dopo essere stato individuato come punto d’interesse — ha visto prevalere le perplessità di molti cittadini ed è finito alla deriva con l’avallo della sindaca Brenda Barnini (Pd). In trasmissione il passaggio più delicato è quello in cui l’assessora dice: «Serve coerenza, perché se Alia — cioè il gestore dei Comuni dell’area fiorentina — presenta progetti che fanno parte del Piano industriale approvato dagli stessi Comuni dell’area, io presuppongo che quei Comuni lo sapessero. Come presuppongo che il Comune di Empoli avesse dato il suo accordo di massima visto che ha accompagnato Alia a presentare quel progetto. Si può cambiare idea è legittimo…», chiarisce Monni. Che non aggiunge un «ma», tuttavia proseguendo la frase si tuffa nello scenario opposto: «Si può anche decidere di ascoltare il dissenso dei cittadini e scegliere una strada diversa», spiega ricordando l’esperienza «e le ferite» del progetto di Case Passerini (quando era assessora comunale a Campi Bisenzio, ndr ). E sottolineando che lei stessa «ha messo la faccia andando a difendere l’impianto individuato nell’empolese».

Mentre non è stato possibile raccogliere una replica da parte del sindaco di Firenze Dario Nardella, la risposta più velenosa arriva proprio da Barnini (Pd). Che sulle parole di Monni riguardo al caso del suo Comune dice un eloquente «Preferisco non commentare». Poi approfondisce bocciando l’appello della collega: «Mi pare sia un approccio che non ci porta da grandi parti, l’assessora deve favorire un confronto in prima persona, deve promuoverlo». Insomma, pronti al dialogo, ma con una regia che stia chiaramente in capo all’ente preposto al piano.

«Rimettere in discussione tutto è un elemento profondamente diverso, perché il tema — ha detto Monni — è la difficoltà su Ato Centro: ci deve essere una classe dirigente che dimostri di esser tale, perché come non si può chiedere a un solo sindaco di farsi carico di questa scelta, non si può nemmeno pensare di fare come in passato, ovvero che sia la Regione a indicare esattamente dove fare l’impianto e chiedere che vada così».

L’ultimatum di Monni, che chiama «tutti i Comuni a sedersi attorno a un tavolo per prendere una decisione collettiva» porta infine un riferimento esplicito a quanto già deciso: «I sindaci — scandisce l’assessora all’Ambiente — certamente hanno detto di “sì” al piano dei rifiuti che ho presentato». «Non importa se il gatto è bianco nero, basta che prenda il topo: il piano dei rifiuti è competenza della Regione, che deve chiudere il cerchio su questo. È questo — spiega il presidente dell’Anci Toscana Matteo Biffoni (Pd) — che mi preoccupa: a me interessa che ci sia un piano chiuso: chi deve decidere?».

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