La Nazione, La Grande Costa – Cronaca di Grosseto
Barocci (Forum Ambientalista)
«Ovvio che bisogna vigilare Ma la strada è quella giusta»
GROSSETO «Da anni il Comitato per il No all’inceneritore parla di alternativa all’incenerimento». Inizia così Roberto Barocci (nella foto), leader del movimento ambientalista grossetano, che interviene sulla questione del nuovo progetto di Iren al posto del termovalorizzatore del Casone. «Abbiamo sentito molte volte i politici dire che bisogna difendere i posti di lavoro dell’inceneritore, mai però li abbiamo sentiti preoccupati per chi il lavoro non ce l’ha e potrebbe invece averlo se il ciclo dei rifiuti fosse diverso. L’ alternativa all’incenerimento, avrebbe un’ampia ricaduta occupazionale – inizia Barocci – Grazie poi all’aumento delle entrate, per la vendita di materie prime recuperate, diminuirebbero le tariffe dell’utenza». Secondo Barocci «solo nella selezione e recupero dei materiali, le oltre 100mila tonnellate-anno di rifiuti urbani, prodotte nella provincia di Grosseto, determinerebbero la creazione di 238 nuovi posti di lavoro: 128 nella raccolta differenziata e 110 nella selezione. Posti sicuri, non de-localizzabili perché ancorati al territorio e assolutamente non inquinanti». Oggi la nuova proprietà decide di demolire i quattro forni, abbandona l’incenerimento e presenta un progetto per il recupero di materie dai rifiuti con centotrenta milioni di euro di investimento. «Vogliono creare – chiude Barocci – 110 nuovi posti di lavoro. In linea di massima è quello che abbiamo sempre sostenuto. Ovvio che bisogna vigilare sul progetto esecutivo. Ovvio che per realizzare effettivamente un’economia circolare bisogna incentivare anche la progettazione e la produzione di beni che possano essere recuperati in toto, ma non vi è dubbio su quale sia la strada a difesa dei beni collettivi»