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Il Tirreno, Cronaca di Livorno

Il piano per il dopo inceneritore del Picchianti

Biogas dai fanghi

10 milioni più vicini dopo al classifica dei fondi del Pnrr

Il progetto è 14° su 200, sarà finanziato

Livorno Si è piazzato al quattordicesimo posto, su oltre 200 progetti ammessi in tutta Italia, il piano presentato da Asa a braccetto con Aamps per trasformare l’area dell’inceneritore al Picchianti, attraverso l’impianto che produrrà biometano dai fanghi del rivellino e dagli scarti della tavola. Un piazzamento in graduatoria che candida il progetto a ottenere i 10 milioni richiesti dai fondi del Pnrr. Lo sottolineano a reti unificate da Ait (Autorità idrica toscana), Comune, Asa, Aamps e Reti Ambiente, annunciando quello che definiscono un «importante risultato». Ieri, sottolineano in una nota, «è stato infatti pubblicato il Decreto del Ministero per la transizione ecologica 193 con cui è stata ratificata la graduatoria delle proposte ammissibili al finanziamento che darà seguito, dopo l’esito delle verifiche amministrative, alla graduatoria definitiva e alla relativa concessione dei contributi sulla base dei fondi disponibili». E «su oltre 200 progetti ammessi sul territorio nazionale» per la linea di finanziamento aperta per “ammodernamento e realizzazione di nuovi impianti innovativi di trattamento fanghi di acque reflue”, «è presente il progetto di Livorno Hub Fanghi- Forsu del valore di oltre 12 milioni di euro, che concorre a un finanziamento di 10 milioni presentato dopo un accurato lavoro degli enti coinvolti». Il progetto, confermano quindi, «si è classificato in quattordicesima posizione a livello nazionale e in dodicesima posizione nella categoria centro sud, categoria per la quale sono stati stanziati 270 milioni», e questo «fa prevedere in maniera auspicabile l’assegnazione del finanziamento». Il direttore di Ait, Alessandro Mazzei, parla di «grande soddisfazione perché il progetto è molto innovativo e prevede azioni ambientali positive». Il sindaco Luca Salvetti parla di «notizia di grande valore per la nostra città» e sottolinea che il progetto di Asa e Aamps per la realizzazione dell’impianto di digestione anaerobica «permetterà di trattare in maniera integrata i fanghi reflui civili, la frazione organica da rifiuti solidi urbani e gli sfalci-potature da giardino prodotti dalla città ed è collegato all’idea programmatica di superamento del termovalorizzatore». Anche il presidente di Asa, Stefano Taddia, parla di un «modello evoluto di trattamento dei rifiuti organici con recupero di energia e di materia, con una positiva ricaduta sulla riduzione dei costi del servizio idrico e dei rifiuti, quanto mai auspicabile in questo momento caratterizzato da una impennata dei costi energetici che hanno una ripercussione sui servizi per i cittadini». 

«Attendiamo quindi con fiducia – aggiunge – gli esiti dell’istruttioria finale, per affrontare insieme ad Aaamps gli impegni e le sfide che ci attendono per la realizzazione del progetto».

Un «risultato eccellente», dice già l’amministratore unico di Aamps, Raphael Rossi: «Tutto il sistema di gestione dei rifiuti, sia a livello di ambito territoriale costiero sia a livello locale, ne trarrà giovamento con progressive ricadute positive nell’erogazione dei servizi ai cittadini». I tecnici dicono di puntare, nella migliore delle ipotesi, quindi salvo intoppi, a fare gli appalti nel 2023 per finire i lavori nel 2026.

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