Con la pandemia cresce il valore economico distribuito dalle aziende dei servizi pubblici

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Con la pandemia cresce il valore economico distribuito dalle aziende dei servizi pubblici

Greenreport

Nel 2020 ha toccato quota 11 mld di euro, cui si sommano altri 9 mld per i fornitori

Con la pandemia cresce il valore economico distribuito dalle aziende dei servizi pubblici

Castelli: «L’impresa oggi, per essere competitiva, deve necessariamente essere innovativa e sostenibile»

Il nuovo Report di sostenibilità Le Utilities italiane per la transizione ecologica e digitale 2021, predisposto dalla Fondazione Utilitatis per conto di Utilitalia – la Federazione delle imprese di acqua, ambiente ed energia – documenta come i servizi pubblici stiano rappresentando un’ancora per l’economia italiana, anche in balia della pandemia, oltre che uno dei principali motori per la transizione ecologica a disposizione del Paese.

Basandosi sulle realtà associate ad Utilitalia che hanno risposto all’indagine (e che rappresentano il 78% dei ricavi complessivi e l’83% degli addetti del settore), il report mostra infatti che il valore economico generato e distribuito agli stakeholder dalle utility italiane nel 2020 è stato di 11 miliardi di euro, in crescita rispetto all’anno precedente.

Questo valore tiene conto di quanto distribuito ai lavoratori, agli azionisti, alla Pubblica Amministrazione, ai finanziatori, alle comunità locali e reinvestito in azienda; a questi 11 mld di euro si sommano poi ulteriori 9 miliardi di spesa verso i fornitori, di cui quasi 5 miliardi verso fornitori locali.

Anche in un anno pandemico, non si sono fermati gli investimenti: 4,5 miliardi di euro (oltre il 14% dei ricavi), di cui oltre 603 milioni nella decarbonizzazione (erano 450 nel 2019), 287 milioni di euro nella digitalizzazione e 182 milioni nell’economia circolare.

Più nel dettaglio, gli investimenti in economia circolare – seppure in calo rispetto al 2019 – sono riusciti a traguardare con «un tasso di riciclo che arriva al 91% (in miglioramento rispetto al 78% nel 2019) che indica un maggiore recupero di materia avviata a riciclo e un tasso di recupero dei fanghi che supera l’87% (anche questo valore in miglioramento rispetto al 69% nel 2019)».

«I risultati – osserva la presidente di Utilitalia, Michaela Castelli – confermano come gli investimenti per la decarbonizzazione, la circolarità e la digitalizzazione, unitamente alla capacità di generare valore nei territori, rappresentino, anche in un anno pandemico, i capisaldi che orientano l’azione delle utilities. Le nostre imprese giocano un ruolo centrale nella ripartenza del Paese e nella transizione ecologica, generando valore per gli azionisti, innovando i servizi resi a cittadini, imprese ed enti locali, e assicurandone al contempo la qualità e la continuità».

Si può e si deve però continuare a migliorare, e che importanti margini restino ancora a portata di mano lo mostra proprio il focus del rapporto dedicato alle 15 aziende tra quelle censite che hanno dimostrato una maggiore attenzione alla sostenibilità: chiamate “Utilitalia 15”, contano circa 25 miliardi di euro di ricavi.

Nel caso dell’acqua, ad esempio, dove le perdite di rete in Italia si assestano al 40%, il dato scende al 35% nel caso delle “Utilitalia 15”; anche la quota di fanghi da depurazione smaltiti in discarica passa dal 13% del dato medio nazionale al 10% per le migliori 15 aziende.

Per quanto riguarda invece i rifiuti, la raccolta differenziata delle aziende più votate alla sostenibilità raggiunge il 68% (contro una media italiana del 63%), mentre lo smaltimento in discarica crolla al 6% (media italiana 20%).

Sul fronte dell’energia, infine, gli investimenti per abitante delle “Utilitalia 15” sono passati tra il 2019 e il 2020 da 74 a 91 euro per abitante, mentre gli smart meter gas in esercizio sono passati dal 70% al 73%.

Per Castelli questi dati evidenziano che «gli investimenti nella sostenibilità non sono solo fondamentali nel percorso verso la transizione ecologica, ma ormai assicurano anche migliori performance aziendali a vantaggio delle comunità servite. L’impresa oggi, per essere competitiva, deve necessariamente essere innovativa e sostenibile. E il comparto delle utilities ha ormai intrapreso con decisione questa strada».

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