Dopo le promesse del ministro Costa, il commissario Tortorella e il sindaco di Piombino scrivono a Giuseppe Conte «Presidente, si occupi delle ecoballe»

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Dopo le promesse del ministro Costa, il commissario Tortorella e il sindaco di Piombino scrivono a Giuseppe Conte «Presidente, si occupi delle ecoballe»

Il Tirreno

Gli annunci dei giorni scorsi non sono di per sé una garanzia, così le autorità del territorio hanno inviato una lettera direttamente al premier Giuseppe Conte. La firma è quella del sindaco di Piombino Francesco Ferrari e del commissario prefettizio di Follonica Alessandro Tortorella, che hanno richiesto un incontro urgente al presidente del Consiglio dei Ministri per riuscire a risolvere il problema delle ecoballe abbandonate dal 2015 sui fondali vicino all’isola di Cerboli, ribadendo l’importanza di un cronoprogramma stabilito. La settimana scorsa il ministro all’Ambiente Sergio Costa ha annunciato che avrebbe richiesto lo stato d’emergenza nazionale sulla questione. Ma sindaco e commissario adesso chiedono un intervento più deciso. «Ci appelliamo perché sia garantita la continuità operativa dell’ufficio deputato al recupero – spiegano Ferrari e Tortorella a Conte – Sono oltre 40 le ecoballe che giacciono ancora nei fondali da oltre quattro anni, il loro stato di conservazione si è nel tempo alterato e la rottura di una di esse comporterebbe la dispersione di microplastiche nel mare con danni incalcolabili per il mare, il pescato, le spiagge e non ultima l’economia turistica con la stagione estiva alle porte».Il disastro ambientale nel canale di Piombino si è consumato il 23 luglio 2015, quando il cargo IVY, battente bandiera delle Isole Cook, ha fatto cadere in mare, all’altezza dell’isolotto di Cerboli, 56 ecoballe per oltre 60 tonnellate di microplastica. La prima ecoballa è stata recuperata casualmente nel 2016 da un motopeschereccio. Negli anni successivi altre si sono spiaggiate o sono rimaste impigliate nelle reti di qualche peschereccio. «Solamente nel 2019, con questa amministrazione, il disastro ambientale è stato denunciato pubblicamente e ha assunto una risonanza mediatica internazionale», rimarca Ferrari. Lo spunto che il territorio rivolge al governo è quello di ripartire con le esperienze positive che si erano affacciate sul problema ecoballe, salvo poi impantanarsi in beghe burocratiche. «Risultati positivi si sono avuti con l’attività del commissario straordinario – continuano Ferrari e Tortorella – che era prossimo alla definizione del quadro completo ed alla pubblicazione del bando per l’individuazione dell’impresa aggiudicataria che dovrebbe procedere al recupero. Secondo il cronoprogramma dell’ammiraglio le operazioni dovevano iniziare lo scorso maggio 2020 per concludersi in una decina di giorni. Purtroppo per un vizio di forma sollevato dall’Agcm tutto si è di nuovo fermato. Non possiamo permetterci di aspettare ancora: ci auguriamo che il Governo ci ascolti prima che la situazione sia irrecuperabile».

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