Ecoballe, Caligiore: «Serve un intervento d’emergenza»

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Ecoballe, Caligiore: «Serve un intervento d’emergenza»

Il Tirreno

Piombino. «Il cronoprogramma per un intervento in emergenza è pronto da tempo». Così il commissario straordinario Aurelio Caligiore – capo del Reparto ambientale marino delle Capitanerie di porto (Ram), struttura specialistica che è incardinata presso il ministero dell’Ambiente -, incaricato dal 25 giugno 2019 del recupero e smaltimento dei 63mila chili di plastiche compresse in 56 ecoballe di Css disperse il 23 luglio 2015 nelle acque del golfo di Follonica, a due passi dall’isolotto di Cerboli, il cargo Ivy che all’epoca batteva bandiera delle isole Cook. Eppure, niente si muove. Le domande in attesa di risposte sono quelle sui tavoli della presidenza del Consiglio dei ministri e del capo della Protezione civile nazionale da mesi. L’incarico del contrammiraglio Caligiore è in scadenza il 25 giugno. La sua nomina da dicembre 2019 è al centro di un procedimento dell’Autorità garante per la concorrenza per potenziale conflitto di interessi, su cui l’Authority si pronuncerà solo il 31 luglio. Nel frattempo, negli uffici romani niente si è mosso per superare l’impasse e mettere in campo una soluzione in linea con l’emergenza. Il rischio è certificato anche dall’Ispra. Una fotografia che il commissario straordinario ha messo sul tavolo della Protezione civile nazionale, da cui si attendono provvedimenti in linea con la situazione, già sollecitati due mesi fa dal presidente della Regione Toscana Enrico Rossi con una formale richiesta di riconoscimento dello stato di emergenza nazionale con contestuale nomina di un commissario delegato e con poteri in deroga dato l’imminente pericolo d’inquinamento. Caduti nel vuoto anche gli appelli e le richieste del sindaco di Piombino Francesco Ferrari. Dopo cinque anni lo stato di quelle ecoballe è sempre più precario. Per l’Ispra il recupero è “indifferibile”. Da qui la necessità di un intervento in emergenza per poter agire in deroga alle normali procedure di gara che richiederebbero mesi prima di poter procedere al recupero. L’intervento prevede due settimane di lavoro in mare per riportare a terra quei quintali di plastiche. Nei mesi scorsi il commissario straordinario è riuscito a portare a termine la localizzazione delle ecoballe avvalendosi dei militari del 5º Nucleo subacquei della Guardia costiera di Genova e del supporto logistico della Capitaneria di porto di Piombino. Resta sullo sfondo quanto non è stato fatto o doveva essere fatto nell’immediatezza della dispersione del carico. Tra l’altro la Procura della Repubblica di Livorno nelle scorse settimane ha richiesto una nuova informativa sull’accaduto e la gestione che ne è seguita alla Guardia costiera di Piombino. Una nuova indagine che segue a quella archiviata dalla Procura della Repubblica di Grosseto nei mesi scorsi. –M.M

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