Ecoballe, recupero appeso a un provvedimento della Protezione civile nazionale

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Il Tirreno, Cronaca di Piombino-Elba

«È essenziale un celere intervento per porre rimedio al problema ambientale»
Lettera appello di Ferrari a Borrelli e al Prefetto
Piombino. «Pur comprendendo il contesto emergenziale e le conseguenti problematiche di cui la Protezione civile è investita è essenziale un celere intervento per porre rimedio a un problema ambientale, quello delle ecoballe, di enorme rilievo per il canale di Piombino». Così si legge nella lettera che il sindaco Francesco Ferrari ha inviato al capo della Protezione civile Angelo Borrelli e al Prefetto di Livorno Gianfranco Tomao per sollecitare un urgente intervento per garantire che il recupero del carico disperso dal cargo IVY il 23 luglio 2015: 63mila chili di plastiche eterogenee compresse in 56 ecoballe di Css. Il materiale, a -50 metri di profondità in prossimità di Cerboli, continua a sfaldarsi. È una bomba ecologica. Tanto che il 4 marzo il presidente della Regione Enrico Rossi ha scritto al capo della Protezione civile Angelo Borrelli per chiedere lo stato di emergenza di rilievo nazionale. Invece, tutto si è fermato nei palazzi romani.La lettera del sindaco Ferrari è per chiedere la continuità operativa dell’ufficio deputato al recupero delle ecoballe disperse nel 2015 e che sia rispettato il cronoprogramma stabilito. Intervento che segue l’appello fatto dal primo cittadino al presidente della Repubblica Sergio Mattarella e al presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte alla fine di febbraio su mandato del consiglio comunale.«A seguito della contestazione da parte dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato della nomina del contrammiraglio Aurelio Caligiore a commissario straordinario del governo – prosegue il sindaco Ferrari – tutte le attività che erano già iniziate, volte al recupero delle ecoballe ancora presenti nel nostro golfo, sono state bloccate. Poiché il piano di intervento per il recupero delle ecoballe è pronto nel dettaglio, sarebbe sufficiente l’emanazione di un’ordinanza di Protezione civile per sbloccare questa situazione di stallo, confermando il contrammiraglio Caligiore o nominando una nuova figura commissariale con poteri straordinari, al fine di proseguire nell’attività e poter indire il bando di gara entro aprile».Burocrazia a parte, infatti, ci sarebbe già sul tavolo anche un piano di massima degli interventi. Tempi e modalità indicate ricalcherebbero quanto illustrato nei mesi scorsi dal commissario straordinario di governo Caligiore. «Il consiglio comunale di Piombino, nella seduta del 17 febbraio, all’unanimità ha espresso preoccupazione per la permanenza di questa bomba ecologica di fronte al Golfo di Piombino – ricorda l’assessore all’Ambiente Carla Bezzini – oltre quaranta balle giacciono ancora nei fondali marini e il loro stato di conservazione si è nel tempo alterato: la loro rottura comporterebbe la dispersione di microplastiche nel mare con danni incalcolabili per l’ecosistema marino, il mercato ittico, le spiagge e l’economia turistica. Quella massa di microplastiche, che ormai mostrano segni di sfaldamento, rappresentano una minaccia per l’arcipelago toscano, cuore del Santuario Internazionale dei Cetacei, ma anche un terribile pericolo per la nostra economia già fortemente provata dall’emergenza Coronavirus». — M.M.

Due mesi di lavoro in mare e costi per circa 3 milioni
Il piano di massima degli interventi fissa tempi e modalità che ricalcano quanto illustrato nei mesi scorsi dal commissario straordinario di governo Aurelio Caligiore. Almeno 2 mesi di lavoro in mare e un altro tenendo conto della progettazione dell’intervento e dello smaltimento dei rifiuti recuperati in discarica. Il tutto sulla base dei rilievi batimetrici che hanno consentito di accertare la presenza delle ecoballe sul fondale e lo stato di conservazione. Oltre ad affidare all’Istituto superiore per la protezione ambientale (Ispra) la caratterizzazione della colonna d’acqua e dei fondali per verificare l’eventuale presenza di microplastiche. Monitoraggio che dovrebbe essere svolto anche a distanza di tempo dalla conclusione delle operazioni delle ecoballe in mare. Il tutto per una spesa nell’ordine dei 3 milioni di euro.

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