’Ecoballe, una bomba ad orologeria’ Costa chiede lo stato di emergenza

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’Ecoballe, una bomba ad orologeria’ Costa chiede lo stato di emergenza

La Nazione, Cronaca Toscana

Intervista al ministro dell’Ambiente. La decisione è della Protezione civile. Tra pochi giorni l’incontro
di Luigi Caroppo
E’ una corsa contro il tempo. Bisogna salvare il mare della Toscana dal «mostro dei rifiuti». Tra pochi giorni
ci sarà un incontro, che si spera risolutivo, tra il ministro dell’Ambiente Sergio Costa e il capo del
dipartimento della Protezione civile Angelo Borrelli. E’ proprio la Protezione civile che può dichiarare lo stato
di emergenza necessario per intervenire prima possibile.
Ministro Costa, nel Tirreno c’è una potenziale bomba ecologica: 63 tonnellate di rifiuti abbandonati in
56 ecoballe dalla nave Ivy nel 2015.
«Appena sono diventato ministro, a giugno 2018, ho subito cercato di vederci chiaro. Fin da subito è stato
chiaro che uno dei temi fosse proprio individuare l’esatta ubicazione delle 56 balle e abbiamo avviato
un’interlocuzione con la Regione Toscana con la quale abbiamo lavorato insieme. La Regione ha chiesto
l’istituzione dello stato di emergenza al dipartimento della Protezione civile. Io ho deciso di nominare un
commissario straordinario e ho scelto l’ammiraglio Aurelio Caligiore, in quanto comandante del Ram, reparto
ambientale marino, che ha potuto quindi avvalersi dei mezzi e degli uomini della Guardia Costiera, che
ringrazio».
Caligiore è commissario per il recupero delle ecoballe, ma c’è stata anche una verifica per capire se
la carica è compatibile col suo ruolo di capo del reparto marino della Guardia Costiera. Non le
sembra paradossale?
«Il suo ruolo è stato solo un vantaggio. In breve tempo l’ammiraglio ha potuto verificare l’ubicazione delle
ecoballe, con operazioni molto pericolose e rischiose. Immaginiamo che sul fondale le correnti hanno fatto
muovere le ecoballe quindi il ritrovamento non era affatto scontato. La verifica da parte dell’organo
competente è in corso ma mi lasci dire che ora il tema non è neanche questo: siamo fortemente persuasi
anche noi che occorre la dichiarazione dello stato di emergenza e questa convinzione ci arriva proprio dal
lavoro del commissario Caligiore il quale ha potuto documentare quanto queste ecoballe siano
compromesse dagli anni di giacenza in acqua, e siano sul punto di aprirsi».
Il tempo passa, il rischio aumenta.
«L’articolo 3 al comma tre della legge della Protezione civile contempla proprio un caso come questo per
poter dichiarare lo stato di emergenza. Dobbiamo fare presto. Se le ecoballe si aprissero, sarebbe una
tragedia per tutto il Tirreno».
E siamo nell’estate della ripartenza.
«Tutelare il mare è uno degli obiettivi prioritari del mio governo al Ministero dell’ambiente. Proprio per questo
ho costituito una direzione generale che si occupa proprio di mare, che prima non c’era. E ho dotato di poteri
supplementari e più specifici il commissario per le acque e le depurazioni che da qualche settimana è il
professor Giugni, un nome di garanzia. Sto lavorando per incrementare le tutele delle aree marine protette e
istituendo le Zea, le zone economiche ambientali che riguardano anche le aree protette in mare. Si tratta di
aree alle quali attribuiamo una serie di vantaggi economici e fiscali dove converrà lavorare, vivere, investire,
in chiave green. L’obiettivo è aumentarle e quindi aumentare la tutela del mare».
La costa toscana è col fiato sospeso.
«Per quanto riguarda le ecoballe stiamo vivendo con una bomba ad orologeria. Ho chiesto, anche
formalmente, come ha fatto anche la Regione Toscana, l’istituzione di uno stato di emergenza nazionale: è
da lì che passa la velocità dell’azione, necessaria ad affrontare questo problema enorme».

Le reazioni
«E’ necessario fare in fretta per evitare un vero disastro»
L’ammiraglio Caligiore e il sindaco di Piombino: «Luglio è il mese ideale Guai a perdere tempo»
PIOMBINO (Livorno) Il mare è calmo e la visibilità sott’acqua, due miglia a sud dell’isola di Cerboli, ora è
ottima: sarebbe il momento ideale per la missione di recupero delle ecoballe. Sessanta tonnellate di plastica
sminuzzata e pressata, che dovevano essere trasportate a Varna in Bulgaria per finire incenerite nel forno di
un cementificio e che invece il 23 luglio 2015 finirono in mare. La nave Ivy battente bandiera delle isole Cook
aveva caricato le ecoballe al porto di Piombino, ma fuori trovò l’onda lunga di scirocco. Alcune ecoballe
caddero in mare perché fissate male sul ponte, altre furono fatte cadere dall’equipaggio per riequilibrare il

carico della nave. Un grave incidente che però non venne comunicato dal comandante turco della nave alle
autorità italiane. «E quando si scoprì il caso – ricorda il sindaco di Piombino, Francesco Ferrari – ci furono
ritardi negli interventi e venne anche, in modo per me incomprensibile, liberata la fideiussione assicurativa
della nave di oltre due milioni di euro. Ma ora è importante evitare un disastro». «Certo che sarei felice di
portare a termine la missione – spiega l’ammiraglio Aurelio Caligiore – però è necessario che il commissario,
che sia io o chiunque altro, abbia i poteri per attivare le procedure semplificate e affidare i lavori in tempi
brevissimi. Si possono recuperare le ecoballe a luglio, dopo diventa tutto più complicato». Luca Filippi

 

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