Economia circolare, per i presidenti di Alia e Sei Toscana nuovi ruoli in Cispel

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Economia circolare, per i presidenti di Alia e Sei Toscana nuovi ruoli in Cispel

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Ciolini: «Il vero problema dei costi sta negli impianti che non ci sono»

Economia circolare, per i presidenti di Alia e Sei Toscana nuovi ruoli in Cispel

De Girolamo: «Dalle direttive europee una sfida che si giocherà sul piano dell’innovazione, degli investimenti in nuovi impianti e di collaborazione tra Alia, Retiambiente e Sei Toscana, i tre gestori di ambito della Toscana»

Di Luca Aterini

Entrambi sono entrati in carica a dicembre, e per entrambi si apre adesso l’esercizio di una nuova funzione all’interno di Confservizi Cispel Toscana: come informano dall’associazione regionale delle imprese di servizio pubblico, Alessandro Fabbrini – in qualità di presidente di Sei Toscana – è entrato a far parte del Consiglio direttivo di Confservizi Cispel Toscana, mentre Nicola Ciolini (presidente di Alia) è stato nominato coordinatore della Commissione ambiente.

Entrambi ruoli di primo piano, dato che Cispel rappresenta l’associazione regionale alla quale aderiscono – tra le altre – 33 aziende di gestione dei servizi di igiene ambientale con 5.340 addetti e quasi un miliardo di euro di valore della produzione.

Il presidente di Confservizi Cispel Toscana, Alfredo De Girolamo, ha evidenziato che l’ingresso di Fabbrini nel direttivo dell’associazione «rafforza il sistema delle aziende di igiene ambientale associate, chiamate a sfide industriali importanti per raggiungere gli obiettivi di economia circolare dettati dalle direttive europee nei prossimi anni». Nel congratularsi con il nuovo coordinatore Ciolini, De Girolamo ha sottolineato che questa sfida che «si giocherà sul piano dell’innovazione, degli investimenti in nuovi impianti e di collaborazione tra Alia, Retiambiente e Sei Toscana, i tre gestori di ambito della Toscana».

La carenza di impianti in particolare rappresenta da molti anni un deficit strutturale per la regione, dalla quale non a caso si stima che almeno 8.760 tir carichi di spazzatura valichino ogni anno i confini regionali, con elevati costi ambientali (si pensi solo al relativo traffico e smog) oltre che per le aziende e per i cittadini, in termini di Tari più salate. Si pensi ad esempio alle criticità legate all’organico, ma in questo contesto anche le 200mila tonnellate di rifiuti che avrebbe dovuto gestire il termovalorizzatore di Case Passerini, poi bocciato dalla politica, non hanno ancora trovato risposta; tanto più che gli inceneritori presenti sul territorio regionali continuano a diminuire da anni, mentre la generazione di rifiuti (urbani e speciali) continua.

Non a caso Ciolini, intervenendo oggi a La Nazione, osserva che per quanto riguarda le dinamiche dei costi in fatto di rifiuti sta negli impianti che non ci sono: «Possiamo differenziare quanto vogliamo, ma ci sarà sempre una quota di rifiuti che va conferita agli impianti. E se non abbiamo i nostri dobbiamo andare sul mercato, spesso fuori regione, e pagare quello che il mercato chiede».

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