Eni raddoppia: il gassificatore insieme all’impianto per il diesel da oli esausti

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Eni raddoppia: il gassificatore insieme all’impianto per il diesel da oli esausti

Il Tirreno, Cronaca di Livorno-Cecina

Eni raddoppia: il gassificatore insieme all’impianto per il diesel da oli esausti

Lucia Aterini, LIVORNO. I due progetti stanno in una bozza “riservata” del piano nazionale di ripresa e resilienza con cui si deciderà come impiegare i fondi europei per la ripresa post Covid. Sono relativi alla raffineria Eni di Stagno e prevedono sia il gassificatore che un nuovo impianto per l’utilizzo degli oli esausti in funzione della produzione di biodiesel. Con le risorse dell’Europa, il ministero dell’economia, che è l’azionista pubblico di Eni insieme a Cassa depositi e prestiti, vuol destinare 1,35 miliardi di euro su sei progetti per il capitolo “produzione di combustibili alternativi e/o biopolimeri” . Due di questi dovrebbero prendere avvio, dal 2021 al 2024, nell’impianto di Stagno: il primo prevede di “costruire un impianto integrato Waste to methanol (Wtm) per produrre idrogeno o metanolo da impiegare come combustibile derivato da carbonio riciclato”. In altre parole si tratta di realizzare il gassificatore su cui già le amministrazioni locali avevano espresso il loro scarso apprezzamento. Il secondo progetto invece riguarda “una bioraffineria per produrre Hvo (Hydrotreated vegetable oil)”. Nella bozza “riservata”, però, non si forniscono altre informazioni. Per quanto riguarda il primo progetto, anche se molti aspetti non sono stati ancora chiariti, siamo rimasti fermi a più di un anno fa con l’annuncio dato da Regione, Alia ed Eni. A quanto spiegato, si trattava di un gassificatore in grado di trattare 200mila tonnellate all’anno di plastiche non riciclabili e Css (Combustibile solido secondario da rifiuti), da cui ricavare metanolo, alcol utilizzato nell’industria chimica e con applicazioni in via di sviluppo come combustibile alternativo al diesel. Poi, però, non ci sono stati aggiornamenti sulla prospettata conversione anche quando a luglio scorso i sindaci di Livorno e Collesalvetti hanno scritto un documento per chiedere a Regione, governo ed Eni l’apertura di un confronto. Come se l’impianto prima annunciato avesse perso quotazioni. Per il secondo progetto, invece, che cosa significa Hvo? Eni spiega che è il biodiesel, combustibile che, addizionato a quello fossile, va a formare il carburante denominato Enidiesel+ ottenuto a partire da oli vegetali, già prodotto negli impianti di Venezia e Gela.Fino qui le informazioni raccolte in attesa anche che Eni voglia fornire più chiarimenti sul futuro della raffineria di Stagno. Nel frattempo, comunque, Luca Salvetti, sindaco di Livorno e Adelio Antolini, sindaco di Collesalvetti, spiegano che «In tanti si sono chiesti perché a Livorno non poteva essere lanciata la riconversione a bioraffineria come era accaduto a Venezia e Gela. Una soluzione capace di lasciare fuori il tema dei rifiuti e puntare su prodotti vegetali e animali per la produzione di biocarburante, riducendo fino a far scomparire l’utilizzo di olio di palma. Ebbene l’impegno a lavorare in questo senso sembra produrre i suoi effetti: Eni infatti ha inserito nelle progettualità da finanziare con il Recovery fund una bioraffineria per produrre Hvo da realizzare a Livorno». «La notizia quindi è che, se nei mesi scorsi c’erano due scenari per niente incoraggianti ovvero il rischio chiusura o il ragionamento su un impianto legato ai rifiuti – spiegano ancora i due sindaci – adesso c’è una terza via proposta dalle istituzioni locali e regionali che punta ad una riconversione tutta da disegnare e preparare alle quale Eni, inserendola nel Recovery fund, ha detto sì».« Da questo dobbiamo partire, da una soluzione che se unita a progetti che prevedano impianti ancora più sostenibili, si sposerebbe alla perfezione con ciò che noi tutti vogliamo – spiegano ancora – con l’aggiunta che i possibili finanziamenti per il progetto gassificatore che noi vogliamo superare, siano mantenuti per lo stabilimento livornese e utilizzati per la sicurezza dell’impianto e il miglioramento della produzione di lubrificanti che è quella che nel sito di Livorno sta funzionando a buon livello».«Noi siamo certi che la riconversione del sito, gli ammodernamenti degli impianti con l’abbattimento dei rischi sull’inquinamento, la ricerca delle soluzioni per mantenere inalterati i livelli occupazionali e la realizzazione di una vera operazione di economia circolare – aggiungono i sindaci di Livorno e Collesalvetti – potrà portarci ad un consolidamento dell’azienda sul territorio con certezze per i lavoratori diretti e dell’indotto e contemporaneamente ad un saldo estremamente positivo sul fronte della salvaguardia ambientale dove Livorno e Collesalvetti non possono concedere oltre. In questi giorni incontreremo le forze politiche, le rappresentanze sindacali, i vertici della Regione e le associazioni ambientaliste per condividere il percorso da fare».

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