Fallimento Rimateria il giudice si riserva di decidere a breve il nome del curatore

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Fallimento Rimateria il giudice si riserva di decidere a breve il nome del curatore

Il Tirreno, Cronaca di Piombino-Elba

L’incarico potrebbe essere attribuito a Francesca Ozia che aveva già esercitato il ruolo di commissario

Fallimento Rimateria il giudice si riserva di decidere a breve il nome del curatore

Cristiano Lozito

PIOMBINO. È durata una manciata di minuti l’udienza del tribunale fallimentare su Rimateria: il giudice Franco Pastorelli ha preso atto della relazione presentata dal commissario Francesca Ozia, con cui si dava atto della volontà dei soci, non più disposti a sostenere economicamente il piano industriale, a procedere verso l’autofallimento, chiudendo quindi al concordato in continuità.Il giudice si è riservato la decisione, comunque attesa nelle prossime ore insieme alla nomina del curatore, che potrebbe essere la stessa Ozia, col vantaggio di conoscere nel dettaglio la situazione e così in grado di prendere al più presto delle decisioni.Decisioni necessarie infatti in tempi rapidi per quanto riguarda la questione ambientale (la discarica comunque produce percolato e biogas che vanno puntualmente raccolti)che per quella occupazionale, con i 41 addetti che non hanno a disposizione ammortizzatori sociali.In mezzo altre questioni di non poco conto, non ultima quella legata alle richieste di risarcimento, con Navarra che ne ha già avanzata una da 25 milioni, che potrebbe essere seguita da quella di Iren, di portata analoga.Intanto il curatore dovrà dunque decidere come affrontare la situazione della discarica: a Ischia per ora si continua la gestione dei presìdi, e si procede ancora con qualche conferimento. Il curatore, se prenderà come pare logico la strada della continuità aziendale, avrà comunque bisogno di un certo numero di lavoratori per la gestione del sito. Poi quando Rimateria andrà all’asta non è escluso che ci sia interesse per un’azienda libera dai debiti e senza più i vincoli legati alla presenza del socio pubblico, che aveva mantenuto il potere di veto sul piano industriale. Certo la situazione è tutt’altro che semplice da qualsiasi angolazione si guardi, con la necessità di decisioni anche da parte degli enti pubblici, Regione e Comune, con cui si capirà se Rimateria o quel che ne sarà avrà comunque un ruolo nelle bonifiche, e pure nello smaltimento di rifiuti speciali che saranno prodotti ad esempio dai lavori per il primo lotto della strada 398 e poi di quelli per la ex centrale dell’Enel di Tor del Sale. La scelta di andare all’autofallimento era arrivata lo scorso 21 maggio quando i soci privati giudicarono insufficienti le aperture arrivate dalla Regione nelle ultime, nonostante gran parte delle proposte tecniche avanzate dall’azienda al tavolo di crisi in Regione avessero trovato risposte positive.Si parlava allora di utilizzare i 27mila metri cubi ancora disponibili per il conferimento nel cosiddetto “Cono rovescio”, la chiusura temporanea della discarica ex Lucchini e la copertura definitiva di quella ex Asiu nelle sponde basse del lato sud. Soluzioni che parevano in grado di alleggerire la pesantezza economica degli interventi prescritti, in attesa che la conclusione dei lavori di messa in sicurezza consentisse di chiedere l’Autorizzazione ambientale per nuovi conferimenti.

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