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Fertilizzanti: come ridurre la dipendenza dall’estero e migliorare la qualità dei terreni

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Fertilizzanti: come ridurre la dipendenza dall’estero e migliorare la qualità dei terreni

Fertilizzanti: come ridurre la dipendenza dall’estero e migliorare la qualità dei terreni

Compost e digestati, ottenuti dai sottoprodotti di origine agroalimentare, diventano oggi risorse quanto mai preziose anche perché la crisi Ucraina ha determinato l’innalzamento dei costi e la riduzione delle forniture, in particolare di combustibili e fertilizzanti.

Enomondo, frutto della partnership al 50% tra il Gruppo Caviro ed Herambiente, ha presentato le conclusioni di un quadriennio di sperimentazione avviata con l’Università di Bologna (DISTAL) e la Fondazione per l’Agricoltura “Fratelli Navarra” sul tema della sostanza organica.

In occasione del Convegno “Sostanza organica: il baricentro sostenibile tra suolo, produzioni e tecnologie innovative per le aziende agricole” sono stati illustrati i risultati quali-quantitativi dei fertilizzanti prodotti da Enomondo sul sistema suolo-pianta, monitorati attraverso indici specifici ed elaborazioni satellitari al fine di ottenere riscontri indispensabili per le aziende agricole e per gli Enti Istituzionali.

«Il contenuto di carbonio organico – stigmatizza Claudio Ciavatta dell’Università di Bologna – è in pericolosa flessione in molti topsoil italiani, anche in aree ritenute fertili e a prova di erosione come la pianura padana, dove si registrano invece contenuti inferiori all’1%, ritenuta soglia di desertificazione». Per questo motivo, come ha evidenziato Filippo Brandolini, presidente di Enomondo: «Dall’incontro tra il mondo dei sottoprodotti e l’agricoltura derivano concrete opportunità per realizzare modelli virtuosi di economia circolare». La sostanza organica, infatti, aumenta la fertilità, la biodiversità dei suoli, contrasta l’erosione e costituisce una risorsa per mitigare i cambiamenti climatici aumentando lo stoccaggio di carbonio dei terreni.

Il prossimo via libera ai compost da sostanza organica di origine agroalimentare offrirà poi ulteriori chance per chiudere il cerchio dell’economia circolare «riportando nei campi – dice Giovanni Ferrucci di Enomondo – quello che vi è stato prodotto». Enomondo è, infatti, la joint venture compartecipata da Caviro ed Herambiente per la produzione di compost che derivano dagli scarti dell’industria vinicola e alimentare e dagli sfalci e potature dei parchi e giardini urbani.

Gli ammendanti e correttivi a base organica ottenuti dal recupero di materiali biodegradabili hanno una forte potenzialità agronomica. I prodotti testati, prodotti da Herambiente e Enomondo sono stati: ammendante compostato mistoammendante compostato da fanghi agroalimentarigesso di defecazione da fanghi “biosolfato”gesso di defecazione da fanghi “granfondo”.

Le prove effettuate hanno messo in evidenza che i prodotti testati possono essere ottimi sostitutivi dei fertilizzanti minerali, con effetti sulle dotazioni azotate anche negli anni successivi alla prima applicazione. «Si tratta di risultati – commenta Pier Paolo Ricci Piccari di Herambiente – che sottolineano il valore di questi fertilizzanti, il cui utilizzo va incentivato».

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