Grosseto contro Ato Il braccio di ferro sui “conti” dei rifiuti ora approda al Tar

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Grosseto contro Ato Il braccio di ferro sui “conti” dei rifiuti ora approda al Tar

Il Tirreno, Cronaca di Grosseto

Il Comune capoluogo chiede di bloccare il piano 2022 sui corrispettivi dovuti per il conferimento alle Strillaie

Grosseto contro Ato

Il braccio di ferro sui “conti” dei rifiuti ora approda al Tar

Massimiliano Frascino, GROSSETO. Si complica ulteriormente il contenzioso tra Comune di Grosseto e Ato Rifiuti Toscana Sud sul recupero del canone per il diritto di superficie dell’impianto di selezione e riciclaggio di Futura spa, localizzato ai margini della discarica delle Strillaie. Lunedì 11 aprile, infatti, l’amministrazione Vivarelli Colonna ha conferito un incarico professionale all’avvocato Giancarlo Altavilla del foro di Pisa (importo 12.688 euro) perché la rappresenti di fronte al Tar della Toscana nell’opposizione alla delibera n° 2 del 31 gennaio scorso con la quale l’Ato Rifiuti ha approvato il “Corrispettivo Impianti 2022”. In pratica il piano economico e finanziario dell’ente consortile, che ha confermato le scelte degli anni precedenti relativamente alla «indennità di disagio ambientale» (Ida, ndc) . Scelta già oggetto di contestazione (con atto formale del febbraio 2021) da parte del Comune capoluogo di fronte al Tribunale delle imprese di Firenze. La vicenda affonda le radici nel passato e prende le mosse dalla realizzazione da parte di Futura spa (ex Unieco, oggi Iren Ambiente spa) dell’impianto di selezione e riciclaggio dei rifiuti solidi urbani in località Le Strillaie. Il Comune di Grosseto, in questo quadro, contesta agli altri Comuni membri dell’assemblea dell’Ato il mancato versamento di circa sei milioni di euro di canone per il diritto di superficie, a partire dal 2010. L’avvio formale della vertenza risale invece al 2016, quando l’attuale assessora all’ambiente, Simona Petrucci, ha iniziato a contestare il fatto che l’Ato considerasse il suddetto canone come parte integrante dell’indennità di disagio ambientale, che tutti gli enti locali versano ai Comuni che ospitano impianti del ciclo dei rifiuti. In questo caso quello di Grosseto. «Considerato il nostro ricorso al Tribunale delle imprese di Firenze del febbraio dello scorso anno – puntualizza l’assessora Petrucci – non potevamo chiaramente accettare che l’Ato Rifiuti Toscana Sud ribadisse nei propri atti di indirizzo e gestione finanziaria per il 2022 la stessa impostazione degli anni precedenti. Da parte nostra, siamo molto sereni, dal momento che la corresponsione di un canone annuale per il diritto di superficie era prevista nel contratto fra Ato e Futura spa, per la realizzazione dell’impianto di trattamento dei rifiuti. Per questo abbiamo deciso di presentare opposizione al Tar della Toscana, in attesa della sentenza di merito. L’Ambito territoriale, infatti, nel determinare le varie tariffe non ha previsto un fondo rischi a copertura dei sei milioni di euro che vantavamo al febbraio 2021, né per quelli da quella data a oggi». Secondo la tesi del Comune di Grosseto, il canone concessorio del diritto di superficie andrebbe calcolato in modo a sé stante rispetto all’indennità di disagio ambientale, e dovrebbe essere ripartita fra i Comuni in base alle tonnellate di rifiuti conferiti. Diverso il punto di vista dell’Ato Toscana Sud, riassunto dal direttore Paolo Di Prima, che andrà in pensione il prossimo 31 maggio. «L’assemblea – spiega – si è attenuta allo stesso criterio adottato negli anni passati per determinare le modalità di pagamento dell’indennità di disagio ambientale, che dal nostro punto di vista ingloba la quota relativa al canone per il diritto di superficie. D’altra parte, c’è una procedura giudiziaria in corso di fronte al Tribunale delle imprese, che deciderà nel merito quale sia il criterio da applicare». La questione giuridica relativa all’obbligo o meno di versare un canone concessorio per il diritto di superficie, non è proprio di lana caprina. Perché nel caso fosse riconosciuta la pretesa del Comune di Grosseto di versare 7 euro a tonnellata di rifiuti conferiti all’impianto, si tratterebbe più o meno di 770mila euro all’anno che sarebbero scaricati sulle tariffe pagate dai cittadini per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti. Un costo aggiuntivo rispetto ai circa 70 euro che i Comuni pagano per ogni tonnellata di rifiuti conferita, e ai 5 euro per l’indennità di disagio ambientale. Tutti costi assorbiti dalla Tari. «Questa vicenda – spiega Alessandra Biondi, presidente del consiglio direttivo dell’Ato Toscana sud e sindaca di Civitella Paganico – è molto complicata sul piano giuridico, anche perché non c’è identità di opinione sulle modalità di calcolo dell’eventuale canone per il diritto di superficie. Saranno i giudici a dirimere la questione. L’assemblea dell’Ato ha adottato una delibera nella quale i presupposti del Pef (piano economico e finanziario) sono solo l’Ida e i costi di conferimento dei rifiuti all’impianto».

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