I comitati attaccano Legambiente sul biodigestore al Cermec: «Sta al fianco delle istituzioni»

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I comitati attaccano Legambiente sul biodigestore al Cermec: «Sta al fianco delle istituzioni»

Il Tirreno, Cronaca di Massa-Carrara

I comitati attaccano Legambiente sul biodigestore al Cermec: «Sta al fianco delle istituzioni»

Massa «Per fare una vera operazione verità bisogna innanzitutto non raccontare la mezza messa. E ci dispiace che Legambiente abbia voluto con uno slogan demolire le posizioni dei comitati ambientalisti senza confutare gli argomenti scientifici e tecnici portati nel dibattito al convegno a Palazzo Binelli di Carrara», dicono dichiarano Lanfranco Pambuffetti e Carlo Ruocco, ingegnere del Comitato Sarzana, che botta! intervenuti all’iniziativa anche a nome del Comitato Biodigestore Saliceti di Vezzano Ligure.«Se l’obiettivo primario – dichiarano – è dare una risposta sostenibile per l’ambiente, il biodigestore non è la soluzione ottimale. Madre natura insegna che i rifiuti organici sono facilmente deperibili e si degradano producendo materia (fertilizzante) col processo di compostaggio, ovviamente realizzato in maniera modulare e operante a circuito chiuso». L’obiettivo di un biodigestore, al contrario, è, secondo i due ingegneri, «soprattutto quello di produrre biometano attraverso la fermentazione in assenza di ossigeno del rifiuto organico. Per compiere questa trasformazione impiega una grande quantità di energia elettrica e termica, circa 400 chilovattore a tonnellata di rifiuto (per gli impianti di cui sono noti i dati). La domanda è: che senso ha consumare energia, generata producendo CO2, per produrre un gas che bruciando genererà altra CO2? E non si può tacere in “un’operazione verità” che nel processo di separazione del biometano dal biogas, generato dalla fermentazione anaerobica del rifiuto, si produce altra CO2. I cittadini si chiederanno: ma perché costruire un impianto che produce grande quantità di gas climalterante per i prossini trent’anni? La risposta gli stessi cittadini la possono trovare nelle bollette di luce e gas che pagano alla voce oneri di sistema. Sono i lauti incentivi che lo Stato eroga alle società che producono biometano. Non lo diciamo noi. Lo hanno affermato in una loro memoria gli avvocati di Iren in un recente procedimento al Tar: senza gli incentivi pubblici questi impianti non sono economicamente sostenibili».Secondo il comitato «non a caso nella piramide della sostenibilità ambientale dell’Unione Europea il compostaggio è considerato più virtuoso della produzione di energia da digestione anaerobica. E diciamolo ai cittadini che un biodigestore della stessa taglia del Cermec produce il 50% di rifiuti, di cui l’8% in forma gassosa scaricato in atmosfera, il 20% solido da trattare, il 22 % liquido da avviare ai depuratori. Vi sembra un processo ambientale virtuoso?». Un altro tassello mancante alla operazione verità dell’esperto di Legambiente secondo i due ingegnere sarebbe «la valutazione dell’efficienza energetica, cioè il rapporto tra energia investita ed energia ottenuta. Questa la classifica per rendimento: idroelettrico 24 (cioè investi 1 e ottieni 24); carbone 8; biomasse e fotovoltaico 7; eolico 5; biodigestore 1.2 (quando l’impianto deve servire un territorio con distanze medie superiori a 50 chilometri). In tempi di forte siccità, vogliamo tenere conto dei consumi di acqua? I biodigestori sono impianti che richiedono una tonnellata d’acqua ogni 5 tonnellate di rifiuti». Secondo il comitato «appare chiaro che l’operazione messa in atto da Legambiente accorre gratuitamente in aiuto alle istituzioni messe in difficoltà dal movimento ambientalista che si batte perché vengano rispettati i diritti della cittadinanza. Le istituzioni hanno infatti deciso di non procedere con la Valutazione di impatto ambientale ma, piuttosto, con il procedimento autorizzativo di Aia., che riduce fortemente la partecipazione limitandola alle semplici osservazioni».

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