Il dossier Pnrr con tutti i fondi già assegnati ai progetti della Toscana

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Il dossier Pnrr con tutti i fondi già assegnati ai progetti della Toscana

Corriere Fiorentino

Il dossier Pnrr con tutti i fondi già assegnati ai progetti della Toscana

Sindaci e presidenti di Provincia in Regione

«Ci sono tanti soldi, ora la sfida è spenderli»

Mauro Bonciani

Un dossier di 125 pagine, con cifre, tabelle, progetti, aggiornato al 16 febbraio a ieri. È il dossier sul Pnrr e le risorse assegnate alla Toscana che il governatore Eugenio Giani ieri ha consegnato a sindaci e presidenti di Provincia, circa cinquanta, arrivati a Palazzo Strozzi Sacrati per fare il punto su attuazione, prospettive, ma anche ostacoli, del Piano nazionale per la ripresa e resilienza che porterà in regione 3,5 miliardi di euro. Un documento accompagnato dal confronto di due ore tra amministratori, presenti anche alcuni capigruppo in Consiglio regionale, che si è chiuso con la richiesta pressoché unanime di semplificazione e di più uomini per poter far sì che i soldi — «Tanti, tanti, anche troppi», ha scherzato il sindaco di Livorno, Luca Salvetti — possano essere davvero spesi.

Soldi e progetti

Il dossier fa il punto ad oggi delle ricadute per la Toscana delle 200 linee di finanziamento del Pnrr. Ad iniziare dalla risorse assegnate o stimate in arrivo e dai progetti sui quali si conta di impiegare i fondi, sulle sei missioni generali del Pnrr, Digitalizzazione, transizione ecologica, infrastrutture, istruzione e ricerca, inclusione, salute. E missione per missione sindaci e amministratori si sono trovati come bussola anche i bandi attivati o da attivare da parte dei vari ministeri. La Toscana per la digitalizzazione punta sui centri di facilitazione digitale e 169 centri attivati entro la metà del 2023 per cittadini con poca o nessuna competenza, sui 277 milioni di finanziamenti per le connessioni Internet veloci, banda larga, ultralarga e 5G. Per i piccoli borghi ecco 56 milioni, per il paesaggio rurale 37, per l’eco efficienza di teatri e cinema c’è un fondo statale con risorse ancora da assegnare, mentre la soprintendenza fiorentina ha chiesto 15 milioni per il recupero d chiese, campanili, conventi e monasteri.

Altro capitolo chiave, la rivoluzione verde e la transizione ecologica, con decine di progetti come le dieci bonifiche già individuate, dalle aree ex minerarie di Capoliveri, Pietrasanta, Rio Marina alla ex Metalcromo di Barberino, o i 17 interventi per gli acquedotti e le fogne (servono 50 milioni). Poi 350 milioni per impianti per i rifiuti, 11 milioni per le isole di Caprai e Giglio per essere più sostenibili e, 28 milioni per le piste ciclabili, la stima di 55 milioni in Toscana per le comunità energetiche. I finanziamenti più «pesanti» sono quelli per le tramvie dell’area fiorentina — 222 milioni per Le Piagge-Campi, 150 per la linea piazza Libertà-Bagno a Ripoli — ma ecco 13 milioni per comprare due treni regionali, 77 per i porti, 45 per l’accessibilità della nuova stazione Av di Firenze, 98 milioni per la linea Pistoia-Lucca. Fondi significativi per la missione «istruzione e ricerca». Ci saranno 44 milioni per la riqualificazione energetica delle scuole, 102 milioni per asili nido e primarie, 15 per le mense e l’estensione del tempo pieno, 11 per lo sport a scuola, 42 per l’edilizia scolastica e 84 per gli Its, 9 milioni l’anno per le borse di studio universitarie, dai 90 ai 120 milioni per Università toscane, Cnr e Toscana Life Science. Il quadro relativo all’inclusione sociale conta su 93 milioni per l’edilizia residenziale pubblica, ben 288 milioni per i progetti di 47 Comuni sulla rigenerazione urbana e altri 157 milioni per la Città Metropolitana di Firenze. E per la salute 104 milioni per le case della salute, 57 milioni per gli ospedali di comunità, 12 milioni per centrali operative e 82 per la digitalizzazione, 67 milioni per attrezzature e 118 per l’adeguamento antisismico.

Gli ostacoli

«Servono più semplificazioni, assieme a più uomini», hanno detto Giani e i sindaci di Firenze, Prato, Arezzo, Livorno, Capannori, alla fine del vertice ed i 53 tecnici del piano Brunetta arrivati in Toscana e già operativi non bastano certo. «Abbiamo bisogno di più personale che si dedichi ai progetti del Pnrr, di creare le condizioni affinché i nostri progetti entrino nei bandi nazionali e possano diventare realtà», ha sintetizzato Giani. Che ha difeso anche la proposta di legge del Pd (illustrata nel vertice dal capogruppo dem in Regione, Vincenzo Ceccarelli) che vuole aggirare la legge Marson: «È una proposta che può essere limata, ma ragionevole. E mi aspetto un nuovo decreto semplificazione da parte del Governo, che è cosciente di questa necessità». «Adesso la vera sfida non sono i soldi, ci sono. È l’organizzazione per spenderli e dal Governo è stato fatto troppo poco», ha aggiunto Luca Salvetti, sindaco di Livorno.

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