Il nuovo piano dei rifiuti regionali

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Il nuovo piano dei rifiuti regionali

Baldini (Lega): «Manca un sistema impiantistico all’altezza»

Trentanove offerte di realizzazione di impianti che arrivano dall’assessorato all’Ambiente, puntare tutto sull’economia circolare. Il nuovo piano dei rifiuti della Regione Toscana non solo non convince, ma anche «preoccupa» Massimiliano Baldini, consigliere regionale della Lega che siede in commissione Ambiente.«L’assessora all’ambiente – dichiara Baldini in una nota stampa – continua a banalizzare il problema dichiarando che l’economia circolare di per sé è elemento che riduce la produzione dei rifiuti urbani e che, dopo procedure di recupero e selezione, trasforma gli stessi in speciali e quindi soggetti alle regole e logiche del libero mercato».C’è però intanto un nodo legislativo su cui bisogna fare chiarezza per il consigliere: «Le scelte in ordine alla qualificazione degli impianti di chiusura del ciclo come “minimi” devono trovare adeguata giustificazione e sviluppo nei pertinenti atti di programmazione regionale. Su questo aspetto c’è una recente sentenza del Tar del Lazio. Non regge quindi il teorema del “piano dinamico” e delle 39 offerte di realizzazione di impianti alla luce dei no” che ogni giorno arrivano dalle amministrazioni comunali, a partire da Empoli. Infatti ci risulterebbe che i tre gassificatori siano a rischio così come il digestore di Cermec, di Pontassieve e di Livorno». Da qui la domanda: «se l’obiettivo dichiarato è l’auto sufficienza regionale per tutti i flussi di urbani, se non venissero realizzati i 39 impianti che fa la Regione? Qualche impianto, oltre quelli di trattamento meccanico e biologico, dovrà essere indicato quindi nel piano oppure si vuole solo dire che verrà chiuso, senza un motivo chiaro, l’impianto di termovalorizzazione di Livorno? La verità è che la Toscana – conclude Baldini – non ha un sistema impiantistico all’altezza e sembra essere entrata, per una mera questione ideologica, in un pericoloso immobilismo

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