Impianti rifiuti le 39 proposte: i biogassificatori sono quattro

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Impianti rifiuti le 39 proposte: i biogassificatori sono quattro

Il Tirreno, Cronaca Toscana 

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Nessun inceneritore, si punta sul recupero dei materiali

Impianti rifiuti le 39 proposte: i biogassificatori sono quattro

Luca Gasperoni, FIRENZE. Quattro biogassificatori a Empoli, Pontedera, Rosignano Marittimo e Massa. Un impianto di produzione chimica a Livorno con la combustione dei rifiuti ordinari e un centro di vetrificazione a Peccioli. Infine oltre 30 progetti di portata minore disseminati su tutto il territorio regionale, per un totale di tre milioni di tonnellate di rifiuti annui da riciclare. Ma soprattutto nessun inceneritore all’orizzonte. Prende forma il piano di gestione dei rifiuti in Toscana che, con la transizione green alle porte, punta sull’economia circolare e su un potenziamento della rete impiantistica. Lo slogan, mutuato da Legambiente, è “Rifiuti zero, impianti mille”. Con il duplice obiettivo di raggiungere nei prossimi anni l’autosufficienza nello smaltimento – il 34% dei rifiuti toscani finisce ancora in discarica – e contenere l’aumento dei costi nella gestione. Chiuso il bando per i progetti di trattamento rifiuti lanciato dalla Regione, oggi l’assessore all’Ambiente e alla transizione ecologica Monia Monni presenterà i risultati in consiglio. Sul tavolo ci sono 39 proposte che saranno oggetto di approfondimento nei prossimi mesi: di queste, 32 rispondono ai requisiti, due presentano una documentazione «non pienamente rispondente», due indicano una generica disponibilità ad accogliere i rifiuti e infine due «non risultano coerenti ai requisiti previsti». Chiude il quadro il progetto targato Iren a Scarlino, nel Grossetano, che è arrivato fuori tempo massimo ma l’orientamento della Regione è includerlo nel quadro conoscitivo del piano. «I risultati sono estremamente significativi», esulta Monni, secondo cui il quadro di proposte è finalizzato «ad assicurare un sistema integrato sempre più efficiente, un miglioramento delle performance ambientali, la necessaria distribuzione impiantistica su scala territoriale e la sostenibilità delle tariffe». Nel piano le proposte sono variegate e innovative: oltre al recupero di carta, vetro o multimateriale ci sono, infatti, anche progetti per il riciclo di metalli preziosi da schede elettriche (Terranuova Bracciolini), trattamento delle alghe sulla spiaggia (Cecina), dei pannolini (Capannori), degli scarti tessili (Prato) o degli sfalci delle potature (Massarosa). «Per me i tre progetti simbolo che rendono bene la complessità del quadro – sottolinea Monni – sono il biogassificatore Alia di Empoli, l’impianto Iren di recupero di metalli preziosi e quello dei pannolini di Retiambiente a Capannori». La parte del leone nel piano toscano la faranno i quattro biogassificatori che, sommati all’impianto livornese di Eni, saranno in grado di coinvolgere oltre un milione di tonnellate di rifiuti all’anno, circa un terzo del totale. Sulla mappa regionale la distribuzione dei 32 impianti ritenuti idonei tocca principalmente la costa toscana e l’area nord: comanda la classifica provinciale Livorno (6 progetti) seguita da Pisa (5) e Lucca (5). Un passo indietro ci sono l’area fiorentina e, nella zona sud-est, Arezzo, entrambi con quattro. Il prossimo passo sarà l’approfondita analisi delle proposte: i progetti confluiranno nel quadro conoscitivo del piano dell’economia circolare e saranno oggetto delle valutazioni su parco impianti e fabbisogni in sede di Vas. L’adozione è stimata intorno a luglio e la definitiva approvazione un paio di mesi più tardi.

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