Istituzioni regionali ai ferri corti in Toscana

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Istituzioni regionali ai ferri corti in Toscana

La Nazione, Cronaca Toscana

Istituzioni regionali ai ferri corti in Toscana

Giunta-Consiglio, la sinergia che non c’è

L’ultimo caso è stato il dibattito sul piano rifiuti. Tensione anche tra la squadra di Giani e la maggioranza

FIRENZE «Qualcuno ha interesse ad alimentare la narrazione dello scontro tra giunta e consiglio regionale ma non è così. Da sempre esiste una grammatica istituzionale per cui la giunta, in virtù della sua funzione di governo, avanza proposte e il consiglio lavora, in commissione e in aula, per valutarle e, se possibile, migliorarle in un’ottica di collaborazione e non certo di contrapposizione. E’ quello che abbiamo fatto ed è il modo per costruire al meglio, insieme, la Toscana di domani». Così il presidente dell’assemblea toscana Antonio Mazzeo ha cercato di raffreddare le tensioni tra istituzioni toscane. Ma il problema esiste ed è evidente. Tra giunta e consiglio non c’è grande feeling tanto che anche all’interno del partitone di maggioranza, il Pd, il clima non è particolarmente disteso. Non parliamo poi dell’opposizione che più di una volta, in un anno e mezzo di lavori, ha messo in campo atti eclatanti: l’ultimo durante la presentazione del piano rifiuti. Sullo stesso piano rifiuti c’è stata frizione tra consiglio in toto e l’assessora all’Ambiente Monia Monni con l’avvocatura regionale entrata in campo per forma che è anche sostanza. Spesso l’esperienza del capogruppo Pd Vincenzo Ceccarelli ha avuto il compito taumaturgico di rimettere a posto le cose e riallacciare il dialogo tra dem-giunta-governatore. Ma anche all’interno della giunta, la squadra del presidente Eugenio Giani, non sembra filare tutto liscio. Nessuno parla, ma le voci si moltiplicano. Giani, governatore tuttofare che macina tanti chilometri al giorno da un capo all’altro della Toscana, fa conferenze stampa su tutto, partecipa a convegni e incontri, va a Roma dai ministri, si rende spesso indipendente nelle scelte e nelle strategie anche dalla sua maggioranza (Pd, Iv, Sce), porta risultati con una Toscana che aumenta il peso specifico, ma genera anche «irritazioni». Con i suoi assessori i problemi sono stati fondamentalmente due. Primo: la spending review degli assessorati per motivi di bilancio è stata digerita con forti mal di pancia; secondo: la visibilità oscurata del lavoro che svolgono molti assessori. Alcuni esempi che nessuno conferma? L’ultima visita di Giani al ministro delle Infrastrutture Giovannini ha portato risultati, ma a Roma il governatore è andato da solo. Qualcuno sogna già di traslocare a Roma (Parlamento) nel 2023 (anche se i posti sono tagliati). Non è piaciuto al consiglio ma nemmeno a Italia Viva l’iniziativa strategica di Giani di gestire in solitaria la quadratura del cerchio dei sindaci per l’aeroporto di Firenze. «Nemmeno informalmente Giani ha accennato qualcosa» si dice nei corridoi di Palazzo Panciatichi. E che dire dell’opposizione di Giacomo Bugliani, presidente dem della prima Commissione sulla riforma dello statuto toscano e di Italia Viva, con il vicepresidente del consiglio regionale Stefano Scaramelli su tutte le furie. Luigi Caroppo

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