la bomba ecologica nell’arcipelago- Ecoballe in mare

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la bomba ecologica nell’arcipelago- Ecoballe in mare

Il Tirreno

L’appello del sindaco a Mattarella e Conte
PIOMBINO. A seguito della mozione presentata dalla maggioranza e approvata all’unanimità nell’ultimo
consiglio, il sindaco Francesco Ferrari ha inviato una lettera alle massime autorità dello Stato (al presidente
della repubblica Mattarella e al presidente e del Consiglio Conte) esprimendo preoccupazione per la
permanenza delle ecoballe a 50 metri di profondità in prossimità di Cerboli e per sollecitare la conclusione
dell’intervento di recupero. La bomba ecologica è stata innescata a luglio 2015 dalla motonave IVY, con la
dispersione di parte del carico. 63mila chili di plastiche eterogenee, compresse in ecoballe. Ad oggi si
cercano 41 ecoballe: blocchi di grosse dimensioni in cui sono compattati quei rifiuti a base di materie
plastiche, ridotte in pezzi che vengono aggregati in grandi blocchi assicurati da reggette metalliche e strati di
pellicola plastica. Ciascuno pesa 1.300 chili. Dal carico disperso devono essere tolte le ecoballe recuperate
in questi anni. Quindici in tutto. Finite nel sacco di pescherecci o spiaggiate dalle correnti marine.Solo nel
2019, il disastro ambientale è stato denunciato pubblicamente e, con decreto del presidente della
Repubblica a giugno è stato nominato commissario straordinario il contrammiraglio Aurelio Caligiore. «Nel
canale ci sono ancora 40 balle circa, sui fondali da oltre 4 anni il cui stato di conservazione si è alterato nel
tempo. – dice l’assessore all’ambiente Carla Bezzini – Per evitare quello che potrebbe prefigurarsi come un
disastro ambientale, con la dispersione in mare di microplastiche che causerebbero danni incalcolabili per il
mare, il pescato, le spiagge e la nostra economia turistica, è urgentissimo garantire la continuità delle
operazioni avviate e concludere il recupero prima dell’estate. L’ammiraglio Caligiore ha lavorato bene
realizzando da subito risultati importanti. Purtroppo, per un vizio di forma sollevato dall’Autorità garante della
concorrenza, il rischio è che ci sia un’interruzione, proprio ora che siamo vicini al bando per l’affidamento del
lavoro di recupero. Fondamentale rispettare il cronoprogramma».

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