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La minaccia delle ecoballe

La Nazione

Forum in redazione
Sul fondale tra Follonica e Piombino ci sono 60 tonnellate di microplastiche
Abbiamo organizzato un incontro per capire perché sono sempre lì
di Luca Mantiglioni
GROSSETO Sono quasi cinque anni che dimorano in fondo al mare e sono mesi – molti mesi – che il
commissario nominato per dirigere le operazioni del loro recupero sta ripetendo che stiamo seriamente
rischiando il disastro ambientale, perché quel materiale finito a 45 metri di profondità non era certo studiato
per resistere all’azione corrosiva del mare e, quindi, potrebbe sfaldarsi definitivamente da un momento
all’altro. Ci sarebbero tutti quanti gli elementi per pensare che il tempo del ragionamento su come intervenire
sia abbondantemente scaduto, ma siccome la burocrazia made in Italy è tenace e soprattutto nemica giurata
del buon senso, siamo ancora poco più in là dall’aver riempito i moduli, preso visione del problema,
assicurato che la situazione è ben nota a chi di dovere, che vedrai fra poco sarà tutto sbloccato. Più o meno
è lo stesso refrain che chiunque abbia sollecitato un intervento risolutivo si è sentito ripetere dal luglio 2015,
da quando cioè la motonave «Ivy» perse il carico che stava trasportando formato da 56 ecoballe a poco più
di quattro miglia a sud del porto di Piombino, non lontano dall’isola di Cerboli. Alcune sono state già
recuperate, non certo per merito dell’efficienza statale ma solo perché finite nelle reti dei pescatori o
avvistate affioranti sulla Costa Est e all’Elba. Le altre – ne sono state individuate 44 – sono ancora
disseminate sul fondale e tutte insieme fanno qualcosa come 60 tonnellate di rifiuti di plastica
(microplastiche, fra l’altro) potenzialmente pronte a sfaldarsi e approdare sulle coste dell’Elba, di Follonica, di
Piombino, di Castiglione della Pescaia e con il favore delle correnti ancora più giù fino alla costa grossetana
e quella di Monte Argentario. Parlare di bomba ecologica è troppo? Sì, onestamente sì, è troppo. E’ troppo
riduttivo, diremmo. Da mesi – molti mesi, appunto – il contrammiraglio Aurelio Caligiore, esperto che il
Governo ha nominato commissario per il recupero delle ecoballe, ripete che non c’è più tempo da perdere e
che il rischio di un disastro ambientale è tutt’altro che remoto. Stessa urgenza evidenziata dagli
amministratori pubblici le cui coste sono «dirimpettaie» al fondale che ospita i rifiuti e anche da Legambiente.
E allora perché sono cinque anni che il «mostro» di plastica se ne sta sul fondale indisturbato? Cos’è che
blocca l’inizio delle operazioni di recupero? Perché questa burocrazia? E ancora: quali sono i reali rischi che
stiamo correndo? Per cercare di capire bene quale sia la situazione e informare quindi meglio i cittadini,
abbiamo deciso di organizzare un forum in redazione al quale parteciperanno il commissario Caligiore, il
sindaco di Piombino Francesco Ferrari, il commissario prefettizio del Comune di Follonica Alessandro
Tortorella e Angelo Gentili, componente della Segreteria nazionale di Legambiente. Il forum è in programma
giovedì mattina nella nostra redazione e il giorno successivo sarà pubblicato il servizio con le informazioni e
le notizie emerse durante l’incontro. E chi volesse fare delle domande specifiche può già inviarle con una
mail all’indirizzo cronaca.grosseto@lanazione.net

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