Le utility toscane fatturano più di quattro miliardi

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Le utility toscane fatturano più di quattro miliardi

La Repubblica

Le aziende dei servizi pubblici ai candidati governatori: “ Noi al centro dell’economia”
Oltre 4,1 miliardi di euro di fatturato nel 2018, quasi 19.000 occupati e 600 milioni di euro di investimenti, le
utility toscane possono essere un motore di sviluppo della Regione su cui i candidati governatori devono
scommettere. È quanto rileva e sostiene Confservizi Cispel Toscana, la sigla che associa le utility toscane,
che ha commissionato l’annuale Rapporto di analisi dei bilanci e delle performance economiche delle
aziende toscane di servizio pubblico locale all’istituto di ricerca Utilitatis (il lavoro è stato presentato ieri
mattina anche da Francesca Mazzarella, direttrice di Utilitatis, e Alessandro Petretto, professore emerito di
Economia pubblica dell’università di Firenze).
«Il settore industriale delle aziende di servizio pubblico locale ( acqua, rifiuti, energia, trasporti, edilizia
pubblica, farmacie, illuminazione) – annota il presidente del Cispel Alfredo De Girolamo – è una realtà
industriale grande, che consolida e migliora i suoi risultati negli ultimi anni, con bilanci in ordine, buona
redditività e capacità di investimento. Numeri che sono la base della proposta che avanziamo alle forze
politiche e sociali in vista delle prossime elezioni regionali: pongano le utilities toscane al centro dell’agenda
economica regionale, con investimenti, innovazione e occupazione di qualità in tutti i settori».
L’analisi del settore è stata condotta su 138 aziende associate Cispel che operano nei servizi pubblici in
Toscana. Al fatturato delle aziende che supera 4,1 miliardi di euro (di cui quasi 3,8 ricavati dall’attività
caratteristica di vendita che coincide quasi con i costi di produzione), si affianca un valore aggiunto pari a 1,6

miliardi di euro. Quest’ultimo valore corrisponde a quasi il 2% del totale della Toscana escluso l’indotto.
L’andamento degli ultimi anni delle principali grandezze economiche è nella quasi totalità dei casi positivo,
sia considerando la differenza annuale tra 2017 e 2018 sia considerando le variazioni dell’anno 2018 rispetto
al 2015.
Disaggregando i singoli settori, nel 2018 i più consistenti risultano essere quelli della gestione rifiuti (29,5%
del fatturato totale) ed il settore idrico (27,9% del fatturato totale). Gli investimenti stimati, come detto di 600
milioni, risultano in crescita del 21,9 rispetto al 2017. I principali indici di redditività relativi all’intero comparto
sono tutti nel complesso positivi nel 2018 e mostrano una certa stabilità per il quadriennio 2015 2018 ma
anche una robusta consistenza, sebbene denotino un leggero calo rispetto alla media per il 2017.
«Il settore – chiosa De Girolamo – con l’indotto vale circa il 3% del Pil regionale, ma con spiccate
caratteristiche anticicliche: aumenta gli investimenti mentre gli investimenti pubblici e privati in Toscana
arretrano, aumenta l’occupazione, stabile e qualificata, mentre il dato generale toscano vede difficoltà
occupazionali e aumento dei lavori precari » . E grazie a quedti numeri, secondo Petretto, il settore può
assumere « il ruolo di incentivare tutta la componente di green economy e investimenti in settori tipicamente
ambientali come il servizio idrico e i rifiuti, ma anche nel trasporto pubblico locale » . Conclude il presidente
Alfredo De Girolamo: « Le aziende sono pronte a raccogliere la sfida e svolgere la loro parte, ma serve una
politica industriale regionale chiara e forte, che decida». — ma.bo.

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