«L’intervento è urgente per limitare i danni»

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«L’intervento è urgente per limitare i danni»

Il Tirreno, Cronaca di Piombino-Elba

Sul fondale 63mila chili di plastiche

Piombino. «Tema della riunione è stato il vicolo cieco burocratico in cui l’intera vicenda si è arenata e le relative possibili soluzioni per uscirne e poter finalmente procedere al recupero delle ecoballe», dicono il sindaco di Piombino Francesco Ferrari e l’assessore all’Ambiente Carla Bezzini. Che proseguono: «Ispra, Arpat e la Regione Toscana hanno concordato con noi nel sottolineare il carattere emergenziale dell’operazione e la necessità di portarla a termine quanto prima per limitare l’inquinamento che è in corso già da anni e prevenire l’enorme danno ambientale che potrebbe verificarsi». Sindaco e assessore sottolineano che le «istituzioni sono tutte d’accordo sulla necessità di intervenire tempestivamente, il problema burocratico, però, permane ed è l’unico aspetto che inchioda l’intera vicenda: la possibile soluzione per risolvere questa presunta incompatibilità sarebbe quella di nominare Aurelio Caligiore, ormai prossimo alla scadenza della sua nomina annuale, attraverso un atto della presidenza del Consiglio dei ministri. Per questo ci siamo appellati al presidente del Consiglio Giuseppe Conte: abbiamo mandato una comunicazione ufficiale chiedendo che sia presa una decisione subito riguardo l’intervento più idoneo alla veloce risoluzione del problema. In caso di ritardo, le ripercussioni per il nostro territorio potrebbero essere gravissime e danneggerebbero non solo il preziosissimo ambiente marino ma anche il tessuto economico del territorio».

 

Dopo 5 anni, e un difficile avvio delle operazioni di ricerca in mare, tutto si ferma. Il recupero dei 63mila chili di plastiche eterogenee compresse in 56 ecoballe di Css, cioè combustibile solido secondario da avviare all’incenerimento, non s’ha da fare. Ne restano 41 di ecoballe a -50 metri di profondità vicino a Cerboli, al netto di quelle spiaggiate o portate a riva perché finite nel sacco delle reti di pescherecci. Il piano di massima per il recupero prevede 2 mesi e una spesa nell’ordine di 3 milioni di euro.

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