Livorno, niente gassificatore Bioraffineria da 500 milioni

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Livorno, niente gassificatore Bioraffineria da 500 milioni

La Nazione
Livorno, niente gassificatore Bioraffineria da 500 milioni
LIVORNO Cinquecento milioni di euro per la riconversione della raffineria Eni di Stagno, a Livorno, in una
bioraffineria per il riutilizzo di olii esausti di origine vegetale e animale per la produzione di bio carburanti. E’
questa la svolta emersa dall’incontro, voluto con forza dalla Regione Toscana con il governatore Giani, del
30 dicembre a Roma tra i sindaci dei comuni di Livorno Luca Salvetti e di Collesalvetti Adelio Antonini e i
vertici di Eni. Tramonta quindi l’ipotesi del gassificatore a Livorno che avrebbe dovuto accogliere in
prospettiva anche i rifiuti da Firenze (circa 150mila tonnellate delle 200 mila complessive che avrebbe
trattato) per produrre biometanolo. «Il governatore Giani ha confermato che i problemi dei rifiuti della piana
fiorentina dovranno essere risolti nel proprio ambito. Con ciò ha detto la parola fine sul progetto di
gassificatore alla raffineria di Stagno» precisa l’assessore al lavoro e sviluppo economico del Comune di
Livorno, Gianfranco Simoncini. «A Roma ci è stato detto che il progetto di riconversione della raffineria
ricalcherà il modello Venezia ricorrendo agli olii esausti, olii vegetali e grassi animali senza l’uso dell’olio di
palma per produrre biocarburanti entro il 2023, quando l’olio di palma sarà messo al bando in tutta Europa»
sottolinea il sindaco di Livorno, Luca Salvetti. Il progetto di riconversione rientra tra quelli del Recovery Fund
per la Toscana e «a questo punto Livorno può ambire ad essere laboratorio di valenza nazionale per la
riconversione green dell’economia» aggiunge Salvetti. «Sono convinto – ha aggiunto Salvetti – che c’è
l’occasione reale con tutte le forze politiche, le parti sociali e istituzioni coinvolte di mettersi insieme per
costruire un percorso che potrebbe realmente regalare una prospettiva diversa al sito industriale, riuscendo
a ottenere tutto: la salvaguardia dell’occupazione, il consolidamento imprenditoriale e un piano industriale
futuro a dieci, vent’anni, e un saldo ambientale finalmente positivo perché da questo punto di vista Livorno e
Collesalvetti hanno dato pienamente e anche troppo». Re. Int.

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