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Ozono, appello di Legambiente «Occhi puntati sul digestato»

Il Tirreno, Cronaca di Grosseto

Dopo la lettura del dato da parte di Roberto Barocci e che indica 50 sforamenti anche Angelo Gentili sollecita

attenzione sugli impianti

Grosseto. Suona il campanello d’allarme dopo i dati sulla concentrazione di ozono resi noti da Arpat e che indicano quasi 50 sforamenti del limite nel corso del 2019 rilevati dalla centralina di Alberese, posizionata in aperta campagna. A suonarlo è Legambiente. «Il dato – nota Angelo Gentili, membro della segreteria nazionale di Legambiente – è legato alla forte insolazione e alle conseguenti radiazioni solari di alcuni periodi dell’anno ma anche al ristagno di masse d’aria e allo spostamento di altre masse della medesima natura cariche però di inquinanti precursori che determinano appunto la formazione di ozono». La causa degli sforamenti è pertanto legata «alla somma di variabili tra loro diverse – continua Gentili -come la concentrazione di inquinanti in città e altri agenti presenti nell’area extraurbana. Ad esempio, lo stesso spargimento di digestato legato agli impianti a biogas effettuato in aree agricole dagli impianti potrebbe rappresentare un elemento di cui tenere conto soprattutto in riferimento ai composti azotati, tra i precursori della formazione di ozono». «Occorre pertanto controllare in modo accurato e attento l’utilizzo del digestato – sollecita Legambiente – i suoi corretti spandimento e interramento, oltre a svolgere una serie di scrupolose verifiche sugli impianti presenti sul territorio che rappresentano siti importanti per la produzione di energia verde ma devono essere inquadrati all’interno di una serie di controlli funzionali a un loro corretto funzionamento». «Allo stesso tempo – conclude Gentili – è di fondamentale importanza cercare di diminuire i rischi legati alla presenza di inquinanti da riferirsi al traffico cittadino, considerando che, anche se di minore entità rispetto all’ozono, sono stati registrati sforamento anche per quanto riguarda polveri sottili e PM10». «Da questo punto di vista – secondo Legambiente – è fondamentale diminuire il traffico automobilistico cittadino, aumentare le Ztl e le Zone 30, incrementare il trasporto pubblico e favorire la ciclabilità in modo significativo allo scopo di diminuire fortemente la concentrazione nell’aria di sostanze inquinanti». 

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