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Piombino, ripescate le prime due eco balle

Corriere Fiorentino

Il ministro Costa:molte altre già individuate
Via all’operazione di recupero: durerà 6 mesi
Alfredo Faetti
Piombino
A questo punto ne restano trentotto. Nella sua tappa per visitare il centro operativo avanzato della Protezione Civile appena allestito a Piombino, il ministro all’Ambiente Sergio Costa porta con sé una notizia
he sa tanto di buon auspicio: due delle quaranta ecoballe che da cinque anni giacciono sui fondali del golfo di Follonica sono già state recuperate. «E diverse sono state individuate», dice Costa durante la conferenza stampa insieme al presidente della Regione Toscana Enrico Rossi e al capo della Protezione civile Angelo Borrelli, nominato commissario straordinario dell’emergenza nazionale, rappresentata proprio dalle ecoballe, che altro non sono che microplastiche pressate e compattate, ognuna dal peso di 1,2 tonnellate.
La storia parte nel 2015, quando il cargo Ivy perse vicino all’isola di Cerboli dal carico 56 delle 1.800 ecoballe prodotte a Grosseto e dirette agli inceneritori esteri. Nel corso del tempo, alcune di queste si sono spiaggiate o sono state recuperate casualmente da qualche peschereccio, così che la precedente struttura commissariale incaricata del recupero, diretta dal contrammiraglio Aurelio Caligiore, riuscì a individuarne quasi tutte le rimanenti. È da qui che sono partite le nuove operazioni, chiamate a disinnescare quella che tutti definiscono come una «bomba ambientale».

«Oggi è una giornata importante per gli equilibri ambientali di queste terre, finalmente abbiamo dato il via
alle operazioni di recupero — dice Costa — Lo stato di emergenza e il lavoro della Protezione Civile durerà 6 mesi, e sarà una lotta contro il tempo perché se queste balle piene di plastica dovessero aprirsi andremmo incontro ad un disastro ambientale senza precedenti». Sfida di cui è consapevole anche Borrelli. «Dal primo giorno siamo stati pronti — dice — Abbiamo lavorato tutti insieme e stanno operando le strutture operative.
Un ringraziamento anche alla comunità scientifica che vigilerà sulle operazioni».
Il recupero sarà distinto in due diversi tipi d’intervento, a seconda della profondità a cui si trovano le ecoballe: quelle a una profondità inferiore saranno recuperate attraverso i palombari, mentre per le altre saranno utilizzate apparecchiatura sottomarine della Marina Militare. «Sono convinto che si debba conciliare sempre di più il rispetto del mare con le attività che insistono sul mare — dice Rossi — I nostri radar permettono un controllo mirato, ma possiamo migliorare».
Presente all’appuntamento anche il sindaco piombinese Francesco Ferrari, che non nasconde una certa soddisfazione. «Abbiamo cercato di far capire che il problema era un problema serio. Ci piace pensare —dice Ferrari — che il territorio ha riacquisito quel diritto di invocare un aiuto delle istituzioni superiori, aiuto arrivato con tempestività. Ora il lavoro è intenso e delicato». La speranza è che possa durare anche meno dei sei mesi previsti dal governo.

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