Pnrr, Salvini attacca “La Ue dia più tempo” Ma Gentiloni lo stoppa

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Pnrr, Salvini attacca “La Ue dia più tempo” Ma Gentiloni lo stoppa

La Repubblica

Il programma di investimenti

Pnrr, Salvini attacca “La Ue dia più tempo” Ma Gentiloni lo stoppa

Per il ministro il limite del 2026 è ambizioso: “Va conciliato con la realtà” Il commissario: “Solo ritocchi, affrontare i ritardi e rispettare le scadenze”

DI ROSARIA AMATO

ROMA — «Aggiornare il Pnrr alla vita reale». Matteo Salvini annuncia che lunedì alla riunione dei ministri dei Trasporti europei chiederà uno slittamento dei tempi del Piano di ripresa e resilienza: «Firmare che chiudiamo tutto al 2026 è molto ambizioso », spiega nel corso di un’audizione al Senato. Una richiesta che però non sarà accolta bene a Bruxelles: «Tutti i Paesi hanno difficoltà, – ha ammesso il commissario Ue agli Affari Economici Paolo Gentiloni, intervenendo a un convegno a Roma alcuni hanno chiesto rinvii sulla data del 2026, ma non sono possibili dal punto di vista tecnico, politico e legale». Piuttosto, ribadisce Gentiloni, «bisogna correggere quello che va corretto ma lavorare per attuare. Per l’Italia questa è un’occasione e non può essere perduta». Una questione che in queste ore il governo sta affrontando anche con la task force dei tecnici della Commissione arrivata a Roma, e che, secondo fonti dell’esecutivo, avrebbe espresso un giudizio positivo sullo stato di avanzamento del piano.

La scadenza più urgente sono i 55 target da raggiungere entro il 31 dicembre, obiettivi da cui dipende l’erogazione della prossima tranche di fondi europei: il governo Draghi ne aveva già centrati 21, solo che l’esecutivo Meloni non ha più aggiornato il conto ufficiale. Il governo, dicono fonti al lavoro sul dossier, non dovrebbe chiedere alla Ue un rinvio sugli obiettivi di dicembre. Ma nel frattempo i ritardi si accumulano anche sul lato di gare, cantieri e investimenti. La posizione di Salvini riflette l’orientamento espresso anche dal ministro per l’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, che ha spiegato che, a causa dell’inflazione, sui progetti che riguardano il suo ministero c’è un onere maggiore di 5 miliardi, e dal ministro per la Protezione Civile e le Politiche del Mare Nello Musumeci, che ha affermato che serve uno slittamento di due anni. Lostesso ministro degli Affari Europei Raffaele Fitto, a cui la premier Meloni ha affidato la delega al Pnrr, ha spiegato che «ci sono 120 miliardi di opere pubbliche, sui 230 totali, e c’è un aumento delle materie prime del 35%». Aggiungendo che a fine anno il totale di fondi spesi sarà distante dai 21 miliardi previsti dal governo Draghi, già ritoccati al ribasso rispetto alle prime stime.

L’inflazione non sempre si ferma al 35% per le materie prime: nelle rilevazioni Ance, l’associazione dei costruttori, si trovano rincari ben superiori come il 55% dell’acciaio e il 49% del bitume. E ci sono anche problemi di procedure, nonostante le norme di semplificazione, e dovuti al confronto con i territori. Sono legati a criticità di questo tipo le lentezze indicate da Salvini: «Per quanto riguarda gli interventi ferroviari si registrano numerosi ritardi», ha spiegato, aggiungendo che «per esempio sull’Alta velocità Salerno-Reggio Calabria non è stato ancora definito con i territori il tracciato del percorso », e «il raddoppio della linea ferroviaria Roma-Pescara porta con sé molte criticità sia economiche che di fattibilità». In dettaglio, precisano fonti delle Ferrovie, per il tratto della Salerno-Reggio Calabria che interessa il Pnrr, Battipaglia-Romagnano, sono ancora in ballo percorsi alternativi, per via delle richieste dei sindaci interessati al passaggio della linea ferroviaria; mentre per il tratto della Roma-Pescara l’iter autorizzativo è un po’ lento per via delle difficoltà di accoglienza del progetto da parte delle comunità locali. Anche se le Ferrovie sostengono di essere in linea con le scadenze, e di aver già utilizzato oltre il 17% delle risorse assegnate.

Nel complesso, la necessità di ritoccare i prezzari degli appalti e la preoccupazione delle imprese, oltre alle lentezze burocratiche, hanno limitato l’utilizzo delle risorse a disposizione tanto che, spiega Salvini, «su 21,4 miliardi ne sono stati impegnati dal Mit solo 8,8». «Si sono accumulati molti ritardi e molte criticità legate anche alle procedure – conferma la presidente di Ance Federica Brancaccio – ma in questa fase pensiamo che non si debba ancora parlare di riprogrammazione: proviamo a recuperare».

I rallentamenti sono dovuti anche a problemi di reperimento del personale specializzato. A sollevare la questione Open Fiber, che ha vinto otto dei lotti in gara per il bando Italia 1 Giga. «Con la mole di opere del Pnrr da realizzare impieghiamo circa 8 mila persone, ma ce ne servono il doppio», spiega l’azienda. Secondo Anie, associazione delle imprese elettrotecniche, servono 20 mila figure professionali aggiuntive.

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