RIFIUTI, ISPRA: COME GESTIRE SMALTIMENTO MASCHERINE E GUANTI USATI

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RIFIUTI, ISPRA: COME GESTIRE SMALTIMENTO MASCHERINE E GUANTI USATI

Notizie in un Click

L’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) ha pubblicato le indicazioni di per la
classificazione e la corretta gestione, smaltimento compreso, dei rifiuti DPI Dispositivi di protezione
individuali usati (mascherine e guanti).
Dopo un’articolata premessa dedicata all’inquadramento normativo e alla classificazione dei DPI usati in
condizioni ordinarie, il documento affronta gli orientamenti di classificazione dei DPI usati prodotti nell’ambito
dell’emergenza COVID – 19, specificando come, a meno che sul territorio non siano state organizzate
specifiche modalità, le procedure individuate sono:
1) Abitazioni dove risiedono persone malate o positive al tampone o in quarantena obbligatoria
a) Interruzione della raccolta differenziata
b) Conferimento di tutti i rifiuti nell’indifferenziato
c) Utilizzo di almeno due sacchetti, uno dentro l’altro
d) Adeguata chiusura del sacco, non toccare i rifiuti e il sacco con le mani nude, non schiacciare il sacco,
evitare l’accesso ad animali
e) Conferimento del sacco secondo le modalità in vigore sul territorio per la raccolta dei rifiuti indifferenziati
2) Abitazioni dove non risiedono persone malate o positive al tampone o in quarantena obbligatoria
a) Prosecuzione delle consuete modalità di raccolta differenziata
b) Conferimento di fazzoletti, rotoli di carta mascherine, guanti monouso nei rifiuti indifferenziati
c) Per i rifiuti indifferenziati utilizzare almeno due sacchetti, uno dentro l’altro
d) Adeguata chiusura del sacco dell’indifferenziato, non toccare con le mani e non schiacciare il sacco,
evitare l’accesso ad animali

e) Conferimento della raccolta differenziata e dell’indifferenziato secondo le modalità in vigore sul territorio
DPI prodotti dalle utenze produttive i cui rifiuti sono assimilati agli urbani (anche a seguito di specifiche
ordinanze regionali)
Per le utenze i cui rifiuti sono assimilati agli urbani si farà riferimento ai criteri di conferimento e raccolta dei
rifiuti urbani, tenendo conto delle indicazioni fornite dall’ISS e dal SNPA, nonché delle specifiche disposizioni
individuate dall’autorità territorialmente competente.
Sono, a tal riguardo, fatte salve eventuali diverse classificazioni individuate dalle autorità territorialmente
competenti attraverso lo strumento dell’ordinanza ex articolo 191 del d.lgs. n. 152/2006, qualora si verificano
situazioni di eccezionale e urgente necessità di tutela della salute pubblica e dell’ambiente.
DPI prodotti dalle utenze produttive i cui rifiuti non sono assimilati agli urbani
Le utenze produttive, in via generale, non sono assimilabili ai reparti delle strutture sanitarie, anche se non è
possibile escludere a priori il rischio di presenza di casi di soggetti positivi non ancora diagnosticati.
Si ritiene che la classificazione più corretta per i DPI usati e divenuti rifiuti, prodotti da utenze del sistema
produttivo i cui rifiuti non siano assimilati sulla base dei regolamenti comunali di raccolta e gestione dei rifiuti
urbani, sia da ricercare nel sub capitolo 1502. Si ritiene, altresì, utile specificare che l’assegnazione del
codice EER più opportuno dovrà essere effettuata dal produttore valutando la potenzialità del rischio infettivo
associato ai propri rifiuti. Solo ove sia possibile, escludere, con ragionevole certezza, sulla base delle
informazioni e delle evidenze disponibili il potenziale rischio infettivo, sarà possibile procedere alla
identificazione del rifiuto attraverso il codice EER 15 02 03.
A tal fine alcuni elementi di valutazione finalizzati all’esclusione del potenziale rischio infettivo possono
essere rappresentati:
dal monitoraggio dei casi di positività al virus dei lavoratori dell’unità locale dell’impresa negli ultimi 15 giorni
dall’utilizzo di sistemi di sterilizzazione dei rifiuti
dalla possibilità di sviluppare, qualora effettivamente applicabili, procedure di quarantena interna dei rifiuti
presso il luogo di produzione per un periodo di tempo adeguato al fine di garantire l’effettivo abbattimento
della carica virale. Alcuni riferimenti bibliografici sembrano indicare che questa possa essere un’opzione
attuabile.

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