Rifiuti, la rivoluzione degli impianti  La Maremma “brucerà” ad Arezzo 

Gestione rifiuti, l’Ato Toscana sud ha approvato il nuovo assetto impiantistico per il territorio
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Rifiuti, la rivoluzione degli impianti  La Maremma “brucerà” ad Arezzo 

Il Tirreno, Cronaca di Grosseto

Rifiuti, la rivoluzione degli impianti 

La Maremma “brucerà” ad Arezzo 

Ridisegnata la mappa, mai più Scarlino e stop ai costosi viaggi verso la Bulgaria

Massimiliano Frascino Grosseto 

Nella giornata di mercoledì scorso l’Ato rifiuti Toscana Sud ha deliberato una riorganizzazione della rete impiantistica nelle tre province di Grosseto Siena e Arezzo, con ricadute che interessano anche se di rinterzo la Maremma; con l’impianto di Futura spa delle Strillaie (Grosseto). Viene così sanata una situazione che si trascinava dal 2010, quando il gestore unico Sei Toscana si aggiudicò la gara per il ciclo integrato dei rifiuti. In quell’occasione Sei assunse l’impegno di realizzare un nuovo termovalorizzatore in provincia di Arezzo e un nuovo digestore anaerobico presso la discarica di Terranuova Bracciolini. Impegni mai onorati in seguito al commissariamento di Sei Toscana e all’intervento dell’Anac. Ora le cose cambiano, con un accordo basato sulla rinuncia preventiva a contenziosi fra i soggetti interessati, e una nuova configurazione degli impianti. Che di fatto prende atto di un processo già avviato. Aisa Impianti (società a maggioranza dei Comuni aretini) – che nel 2020 ha ottenuto l’Aia dalla Regione Toscana – realizzerà una nuova linea di termovalorizzazione di 75mila/tonnellate e un biodigestore anaerobico di 35mila/tonnellate. Nel frattempo Aisa chiederà di ammodernare anche l’altra linea di incenerimento già esistente, da 45mila tonnellate. Il termovalorizzatore di San Zeno, così, diventerà l’impianto di riferimento per tutto l’Ato rifiuti Toscana sud insieme a quello di Poggibonsi. Siena Ambiente, da parte sua, realizzerà nel proprio polo impiantistico di Asciano un biodigestore anaerobico di 35mila/tonnellate.«Questo accordo conciliativo – spiega Alessandra Biondi, sindaca di Civitella Paganico e presidente del consiglio direttivo dell’Ato rifiuti, definisce una volta per tutte l’assetto impiantistico nelle tre province di Grosseto, Siena e Arezzo, razionalizzando rispetto ai fabbisogni di trattamento dei rifiuti urbani. Grazie a un ordine del giorno presentato dal Comune di Terranuova Bracciolini, inoltre, al momento in cui la Regione dovrà pronunciarsi sull’Aia per la riqualificazione della linea di combustione di San Zeno, sarà compiuta una nuova stima del fabbisogno impiantistico dell’Ato».Cosa c’entra l’impianto di produzione di Css delle Strillaie, di proprietà di Futura Ssa (Iren Ambiente) in tutto questo? È presto detto: le 20 / 30mila tonnellate di Css (combustibile solido secondario) ricavate dal trattamento dei rifiuti urbani, troveranno finalmente il loro sbocco naturale nel termovalorizzatore di San Zeno. E non più a Varna, in Bulgaria, o negli inceneritori in giro per l’Italia come avveniva finora, con un aggravio dei costi. A godere i vantaggi economici di questa operazione saranno i soci di Aisa Impianti – i Comuni dell’aretino e Iren ambiente spa – che avranno a disposizione nuovo combustibile per produrre energia elettrica da vendere sul mercato. Cosa che, fra l’altro, con ogni probabilità, consentirà al Comune di Arezzo e agli altri Comuni soci di abbattere le tariffe per la raccolta dei rifiuti nei propri territori. Esattamente ciò che non è avvenuto in provincia di Grosseto. In tutta questa vicenda, ad ogni modo, risulta evidente il ruolo di king maker di Iren Ambiente spa, cui è stato impedito di realizzare un proprio inceneritore a Scarlino, ma che è entrata come socio privato in Aisa Impianti, proprietaria di quello di San Zeno. Mentre al Casone di Scarlino realizzerà quattro impianti per il recupero di materia. Come si dice in questi casi: chapeau. 

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