Greenreport
Rifiuti urbani, ecco la nuova Prassi di riferimento per rendicontare il riciclo
Rossi: «Per un effettivo recupero (o addirittura la creazione) di valore dai rifiuti urbani è necessario monitorare e tracciare i flussi, avere delle definizioni uniformi e degli indicatori condivisi»
Di Luca Aterini
È stata pubblicata oggi la Prassi di riferimento Uni/Pdr 132:2022, una “guida” per la rendicontazione e per il calcolo degli obiettivi di riciclo dei rifiuti urbani nel rispetto degli obiettivi europei del pacchetto direttive sull’economia circolare, che sono fissati sull’effettivo riciclo di quanto raccolto (65% entro il 2035) e non più sulla sola raccolta differenziata, come prevedeva invece il vecchio target nazionale (65% di raccolta differenziata entro il 2012, anche se un decennio dopo siamo ancora al 63%).
La nuova Prassi pubblicata da Uni è stata promossa da Utilitalia, la Federazione delle imprese idriche, ambientali ed energetiche, che ne ha curato la stesura coinvolgendo nel gruppo di lavoro Ispra, i principali operatori e associazioni del settore, oltre che Conai e i consorzi di filiera. Per illustrarne i contenuti, è già in calendario un webinar libero e gratuito per lunedì 19 settembre dalle ore 14.30 alle ore 16.
«Per un effettivo recupero (o addirittura la creazione) di valore dai rifiuti urbani è necessario monitorare e tracciare i flussi, avere delle definizioni uniformi e degli indicatori condivisi (in parte obbligatori ma anche facoltativi) che diano credibilità all’informazione in piena sinergia con i metodi di calcolo e quantificazione stabiliti per legge; questa è la missione della Uni/Pdr 132, importante tassello nelle attività di normazione Uni per l’economia circolare, alla quale nelle prossime settimane si aggiungerà la specifica tecnica Uni/Ts 11820 sugli indicatori e metodi per la misurazione dei processi circolari nelle organizzazioni», dichiara Giuseppe Rossi, presidente Uni.
Seguendo la Prassi, gli operatori della filiera potranno quindi certificare la destinazione finale dei materiali provenienti dalla raccolta differenziata e dare evidenza della loro corretta gestione ai propri utenti e a tutti gli stakeholder.
«Con questo lavoro – commenta il vicepresidente di Utilitalia, Filippo Brandolini – la Federazione ha inteso offrire un punto di riferimento che possa essere utilizzato dal settore nella sua interezza per raggiungere gli obiettivi dell’economia circolare. La misurazione è fondamentale per migliorare la gestione dei rifiuti, ma anche per dare evidenza che l’impegno che i cittadini mettono in atto per conferire i propri scarti deve essere supportato da un modello di gestione industriale, l’unico in grado di garantire ai rifiuti, nel rispetto della gerarchia europea, un’effettiva seconda vita».
Un fronte sul quale resta ancora molto da lavorare anche e soprattutto quando si parla di rifiuti speciali, che sono il quintuplo degli urbani ma restano ai margini del pacchetto normativo Ue sull’economia circolare e rappresentano un campo dove si procede quasi ad occhi bendati: si tratta di un mondo dove la certezza dell’informazione è purtroppo un’utopia, come denunciava l’Ispra già anni, eppure non c’è economia circolare senza gestione, recupero e riciclo dei rifiuti speciali.