Italia Oggi
Proposta di regolamento della commissione europea. Stop all’export di scarti senza l’audit
Rifiuti, verso un Sistri europeo
Gli impianti dovranno dichiarare le quantità recuperate
di Giorgio Ambrosoli
Avremo presto un Sistri o un simil Sistri a livello europeo. Infatti, la bozza di nuovo regolamento sui movimenti transfrontalieri è stata presentata due giorni fa dalla commissione europea con molte novità. Tra queste, la previsione che l’allegato VII (il documento che accompagna le spedizioni di rifiuti oltre confine) sia in formato elettronico o tramite i sistemi digitali gestiti dagli Stati nazionali.
Un’altra significativa modifica riguarda l’allegato VII: infatti, gli impianti di recupero finali dovranno indicare la anche le quantità di materiali recuperati o riciclati nel sito o nel laboratorio di analisi.
Qual è la ratio della proposta di regolamento sui movimenti transfrontalieri? Rendere più facile l’economia circolare a livello europeo, controllare e monitorare i movimenti di rifiuti negli stati OCSE (ad esempio USA) e non OCSE (ad esempio India).
L’allegato X contiene i criteri per dimostrare che la gestione del rifiuto nel Paese di destinazione non OCSE viene fatto in maniera sostenibile. Quindi, ad esempio, dovrà avere adottato le migliori tecniche disponibili che sono vigenti a livello europeo. Come dimostrarlo? Non basterà un’autodichiarazione ma gli esportatori dovranno dimostrare la conformità ai criteri dell’Allegato X tramite una terza parte indipendente e accreditata. In mancanza di tale audit l’esportazione sarà vietata. L’audit potrà essere evitato solo quando tra Unione Europea e Stato terzo ci sia un accordo che accerti il rispetto delle condizioni in via generale. Il tutto viene espressamente sancito nel nuovo art. 43 («Additional obligations»).
Come ricorda la relazione di accompagnamento nel 2018 il commercio globale ha raggiunto 182 milioni di tonnellate di rifiuti, con un picco di 250 milioni nel 2011. L’Unione europea è un importante attore in questo contesto si considera che ha esportato 32 milioni di tonnellate di materiali riciclabili nei Paesi non OCSE contro 13 milioni di importazioni. Appare evidente il gap che emerge tra un Unione Europea che intende un campione per l’economia circolare e le performance reali che evidenziano che è un esportatore netto.
Per questo, e allo stesso tempo, la nuova proposta intende ridurre barriere e appesantimenti burocratici all’interno dell’Unione Europea. Come? Innanzi tutto la Commissione propone un allineamento rigido alla gerarchia dei rifiuti (prima prevenzione, riuso, riciclo e recupero energetico), l’uso sempre più diffuso di soluzioni digitali, con “fast track” per facilitare le operazioni negli impianti di recupero e l’armonizzazione tra differenti classificazioni che possono persistere anche tra Stati che fanno parte della Unione Europea.
Una condizione resta ferma e imprescindibile, anche nell’Unione Europea è il divieto di movimentazione per «rifiuti misti e indifferenziati» dall’inizio fino alla fine della spedizione (sancito dal nuovo art. 19 della proposta).
Un divieto che è coerente con le norme vigenti in Europea e che, di recente, è stato ribadito dalla Corte di Giustizia (sentenza C – 315/2020 su Italia Oggi di venerdi 12 novembre), riguardante proprio un caso di movimenti transfrontalieri di rifiuti, secondo la quale i rifiuti urbani indifferenziati rimangono tali, anche quando sono stati oggetto di un’operazione di trattamento dei rifiuti che non ne abbia sostanzialmente alterato le proprietà. In questo modo si supera l’aspetto formale della classificazione scolpendo il principio che il regime giuridico applicabile alle spedizioni di rifiuti dipende dalla natura sostanziale di questi ultimi e non dalla loro classificazione formale in conformità al Catalogo Europeo dei Rifiuti.
Un altro tema affrontato dalla proposta è quello di combattere in modo più efficace le spedizioni illegali di rifiuti. Viene, quindi, previsto l’istituzione di un «gruppo di applicazione delle spedizioni di rifiuti» dell’Ue per rafforzare la cooperazione e il coordinamento contro le spedizioni illegali di rifiuti, sostenendo le indagini transnazionali degli stati membri dell’Ue sul traffico di rifiuti con il sostegno dell’OLAF (ufficio europeo lotta antifrode) e di Eurojust (unità di cooperazione giudiziaria) alle autorità degli Stati membri, rafforzando le norme vigenti e stabilendo criteri comuni per determinare i tipi e i livelli di sanzioni da imporre in tutta l’Ue.
Bozza di regolamento e allegato su www.italiaoggi.it/documenti-italiaoggi