Rimateria, i due soci privati pronti a metterci sei milioni

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Rimateria, i due soci privati pronti a metterci sei milioni

Il Tirreno

I contenuti della proposta di piano di concordato in continuità dell’azienda

Restano in mano al pubblico i poteri di nomina e di voto sul piano industriale

Rimateria, i due soci privati pronti a metterci sei milioni

Manolo Morandini

PIOMBINO. Supera i 6 milioni di euro l’impegno sottoscritto da Iren Ambiente e Navarra. È nero su bianco nella proposta di piano di concordato in continuità presentata da Rimateria, spedita il 5 marzo al tribunale di Livorno. E dà la misura della prospettiva industriale a cui guardano i due soci privati. Si tratta di un intervento su più fronti. Finanziamenti da erogare a richiesta del consiglio di amministrazione dell’azienda, per sostenere la procedura e gli investimenti necessari alla messa a norma della discarica. E dall’altro un aumento di capitale di oltre 2 milioni di euro, da perfezionare ottenuta l’omologa al piano. Rimateria promette di voltare pagina. Nel piano, che adesso dovrà passare all’esame dei creditori e al vaglio dei giudici per l’omologa, si chiarisce lo scenario. Il fallimento, che è sempre possibile, non darebbe garanzie a nessuno. I creditori dovrebbero rassegnarsi a perdere più di quanto il piano garantisce di recuperare. E nell’ottica del territorio allontana l’eventualità che non si metta in sicurezza la discarica e si generino le risorse per i lavori di chiusura e gestione post mortem, la stima è di oltre 16 milioni di euro. L’effetto di congelare le poste debitorie e di sgonfiarle fissare delle percentuali da onorare ai creditori, rispetto al totale dovuto, consente di alleggerire i conti e rigenerare il patrimonio dell’azienda. Anche questo è uno dei volani per far marciare l’azienda. I tempi? La partita si gioca in dodici mesi. L’omologa presumibilmente arriverà dopo l’estate. Ma il parere sull’accoglimento del piano è atteso entro marzo. La ricapitalizzazione da parte dei soci, che avverrà con l’omologa, apre un altro capitolo. La parte pubblica, ovvero i Comuni soci attraverso la partecipazione in Asiu Spa in liquidazione, anche volendo ha le mani legate. La normativa non prevede che una società in liquidazione possa fare operazioni straordinarie qual è finanziare un aumento di capitale di una partecipata. Stessa cosa vale per Lucchini Spa in amministrazione straordinaria. La partita si giocherà a due: tra Navarra Spa e Iren Ambiente. Entrambi detengono in Rimateria una partecipazione paritaria del 30 per cento. Dopo è destinata a salire a scapito degli altri due soci. Ma il piano fa salva la cosiddetta golden share. In pratica, quanto stabilito nei patti tra i soci: la nomina da parte pubblica del presidente del consiglio di amministrazione e del presidente del collegio sindacale, il voto determinante per il piano industriale. Non era scontato. In teoria l’orizzonte del concordato è allineato ai tempi per il completamento del Cono rovescio. I flussi di cassa generati dal conferimento dei rifiuti e l’iniezione di liquidità dei soci privati serviranno a pagare la messa a norma della discarica, rientrare dai debiti e far fronte alla gestione. Alla fine dell’anno l’azienda conta di avere le condizioni per il venir meno della sospensione della autorizzazione integrata ambientale disposta dagli uffici della Regione Toscana per il rialzo del Cono rovescio e la riprofilatura e rialzo della discarica ex Lucchini. Nel frattempo, resta sottotraccia la trattativa sul futuro della discarica abusiva LI53. A una proposta per tenere insieme bonifiche, affari e occupazione, stanno lavorando Regione e Comune di Piombino.

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