Seggiano e Capalbio sotto il 20% «Il verde? Qui finisce nell’orto»

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Seggiano e Capalbio sotto il 20% «Il verde? Qui finisce nell’orto»

Il Tirreno, Cronaca di Grosseto

Daniele Rossi e Settimio Bianciardi spiegano le ragioni di risultati tanto deludenti. Non senza risparmiare qualche polemica con Sei

Seggiano e Capalbio sotto il 20%

«Il verde? Qui finisce nell’orto»

Questioni logistiche, culturali, organizzative. E pure “dis-organizzative”. Seggiano e Capalbio non arrivano al 20% di raccolta differenziata. Seggiano, 990 abitanti e 556 tonnellate annue di rifiuti, è ferma al 18,23%. Capalbio, 3.994 residenti e 3.570 tonnellate di rifiuti, al 19,35.«A Seggiano non ci sono le condizioni per fare la differenziata – dice il sindaco Daniele Rossi -. In paese ci sono i cassonetti per la differenziata, ma in tutta la campagna, dove vive il grosso dei residenti, no. Si pensi solo al fatto della raccolta dell’organico: non ce l’abbiamo». Eppure questo non significa che tutto l’organico finisca nell’indifferenziata. Anzi. Paradossalmente buona parte della frazione non avrebbe nemmeno bisogno di raccolta e trattamento. «Gli sfalci o gli scarti alimentari finiscono nell’orto», dice il sindaco. Una pratica che però non viene intercettata dai flussi che determinano le percentuali di raccolta virtuosa. «Tempo fa furono consegnate le compostiere. Ma il sistema di controllo è difficile», dice ancora Rossi.C’è poi il problema che hanno i paesi di confine e turistici, con conferimenti fuori territorio e abbandoni di ingombranti. Quest’anno partirà, comunque, il sistema di raccolta con cassonetti smart. «Ce lo impongono ma io francamente sono poco convinto che sia la panacea. Aumenterà la differenziata, ok, ma se non diminuiscono i costi c’è qualcosa che non mi torna», dice Rossi. Che ha anche altri dubbi: «Non voglio fare polemica, però l’indifferenziato diminuisce in quantità, ma aumenta di costo. Il che è una follia. Non siamo i peggiori della provincia, anche se statisticamente appare così». Apertamente polemico, invece, il sindaco di Capalbio Settimio Bianciardi, che a settembre ha guidato la protesta dei sindaci in seno all’Ato. «Io sono entrato a maggio 2019, ho chiesto di cambiare il progetto e Sei Toscana non l’ha fatto – dice -. Finché in tutte le postazioni non ci saranno i cassonetti a scheda i risultati sono questi. Oggi solo a Capalbio, Capalbio scalo e Borgo Carige si fa la differenziata. Nelle altre frazioni e in campagna no. Il Comune 6 anni fa spendeva 830mila euro per il servizio. Ora 1 milione e 280mila, per lo stesso identico servizio. Paghiamo per cassonetti che non abbiamo. Ma sono pronto a rivolgermi al Tar». –F.F.

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