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Il Tirreno, Cronaca di Grosseto

Sei, si è dimesso tutto il consiglio

«Monitoraggio esterno concluso»

Grosseto. Si fanno sentire a cascata gli effetti della definitiva acquisizione da parte di Iren Ambiente Spa delle aziende toscane detenute da Unieco attraverso la società controllata Sta (Società Toscana ambiente), a seguito della liquidazione coatta amministrativa dell’azienda emiliana. Ieri pomeriggio, infatti, una nota stampa di Sei Toscana ha reso note le dimissioni dell’intero consiglio d’amministrazione del gestore del ciclo integrato dei rifiuti nell’Ato Toscana Sud. Formalmente le dimissioni del presidente Marco Masi e dell’ad Marco Mairaghi e dei consiglieri sono la conseguenza «della conclusione, lo scorso 31 luglio – recita il comunicato – della fase di monitoraggio esterno, con il conseguente pieno ritorno della società in un regime giuridico ordinario». Motivo per cui il cda «ha considerato sostanzialmente esaurito un fondamentale ciclo di lavoro, con il proficuo stimolo e supporto del prefetto Gradone e degli esperti da lui nominati». L’azienda, infatti, era stata commissariata dopo l’inchiesta sull’individuazione del gestore unico del ciclo dei rifiuti nella Toscana meridionale. Di fatto l’ingresso in Toscana del gruppo Iren – capofila del ramo Ambiente – ha dato via al risiko dei consigli di amministrazione delle aziende ex Unieco (Sta). Fra le quali c’è anche Siena Ambiente, a sua volta azionista di maggioranza relativa di Sei Toscana. Per la quale è atteso l’imminente rinnovo del cda, con la nomina, stando ai rumors, di Alfredo Rosini a nuovo amministratore delegato. La cosa, tuttavia, non finisce qui. Perché Iren Ambiente, oltre al 40% di Siena Ambiente e al 33% di Sei Toscana, ha acquisito anche il 90% di Scarlino Energia (cogeneratore del Casone), il 60% di Futura Spa (impianto per produzione di compost e Css alle Strillaie). Poi attraverso l’acquisizione di Unirecuperi del 30% di Rimateria (proprietaria discarica dei rifiuti speciali di Piombino) e del 40% di Csai (discarica di Terranova Bracciolini). È del tutto evidente che questo complicato riassetto societario avrà un impatto molto significativo in provincia di Grosseto, oltre che nel territorio dell’Ato rifiuti Toscana Sud, che comprende 104 Comuni delle province di Grosseto, Siena, Arezzo e del nord di quella di Livorno. Soprattutto rispetto alle sorti del cogeneratore di Scarlino, per il quale la società Scarlino Energia ha chiesto alla Regione Toscana l’autorizzazione a un sostanzioso revamping (ristrutturazione) e alla costruzione ex novo di un quarto forno. A quelle dell’impianto di Css delle Strillaie, che nel caso il cogeneratore andasse per la sua strada, potrebbe utilizzare l’impianto del Casone come proprio terminale naturale per smaltire il Css (combustibile solido secondario), oggi confezionato in ecoballe e spedito all’inceneritore di Varna in Bulgaria. Ma anche per il futuro della società piombinese Rimateria, e della sua discarica per rifiuti speciali di Ischia di Crociano. Rispetto al cui futuro sul promontorio c’è un’accesa discussione. Iren, d’altra parte, non è un operatore qualsiasi, ma la terza multiutility italiana con rami d’azienda che vanno dalla raccolta e trattamento dei rifiuti urbani e speciali, al ciclo delle acque, fino alla distribuzione di gas ed energia elettrica. Con un fatturato aggregato che quest’anno sfiorerà i 4, 5 miliardi di euro. Il corrispettivo pagato da Iren Ambiente per l’acquisizione di tutte le partecipazioni societarie facenti parte della galassia Unieco (in 5 regioni italiane) – recita il comunicato del 17 novembre, relativo al closing dell’operazione – «è risultato pari a 121,1 milioni di cui 90 milioni riferiti al prezzo offerto in sede di gara e 31,1 milioni a titolo di aggiustamento prezzo provvisorio». A questo punto non rimane che attendere il momento in cui il gigante con sede a Reggio Emilia scoprirà le proprie carte sugli obiettivi toscani (e grossetani). Tenendo conto che «i razionali dell’operazione – spiegano dall’Emilia – sono da ricondursi nell’ampliamento delle aree servite. In particolare l’ingresso in Toscana della gestione dei rifiuti, nel consolidamento nei territori di riferimento (Emilia Romagna e Piemonte), nello sviluppo del business dei rifiuti speciali e nell’acquisizione di know-how in altre attività come l’intermediazione di rifiuti e la bonifica di discariche…e grazie alle possibilità di dialogo con gli attori del territorio, apre ad importanti prospettive strategiche nell’ambito dell’economia circolare». Il 2021 si preannuncia quindi un anno tellurico.

–Massimiliano Frascino

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