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Sei Toscana, i conti chiudono in rosso

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Sei Toscana, i conti chiudono in rosso

Il Cda approva il bilancio e nonostante le perdite spiega di «aver ristabilito le condizioni di continuità»

GROSSETO Se può essere considerata una dote quella di vedere sempre il bicchiere mezzo pieno anche di fronte a milioni di euro di perdita, il Consiglio di amministrazione di Sei Toscana deve necessariamente essere annoverato tra i virtuosi dell’ottimismo. Ieri mattina, infatti, il Cda ha approvato il bilancio di esercizio al 31 dicembre 2021 e «nonostante il negativo risultato economico dell’esercizio, dovuto principalmente all’aumento significativo dei costi tornati a livello pre pandemia e ad una diversa interpretazione dei corrispettivi stabiliti dal metodo Arera da parte dell’Ente regolatore – dicono gli amministratori – sono state finalmente ristabilite le condizioni strutturali di continuità per la società e sono state poste solide basi per un percorso industriale di crescita e di grandi benefici per il territorio servito, e anche di soddisfazione per i soci».Parlare di solide basi per un percorso di crescita di fronte a un riultato negativo nell’ordine di milioni di euro (a domanda specifica, infatti, è stato risposto che la perdita è «nell’ordine dello scorso anno») denota, appunto, ottimismo. Si deve ricordare, infatti, che il bilancio 2020 chiuse con un meno 7,9 milioni. Tant’è. Dopo l’insediamento del nuovo Consiglio di amministrazione, avvenuto a dicembre 2020, e l’ingresso nella compagine sociale del nuovo socio industriale Iren Ambiente, il 2021 ha visto la società impegnata su più fronti per cercare di risolvere le forti criticità che avevano caratterizzato la precedente gestione. «Abbiamo portato fin da subito alcuni elementi di profonda discontinuità – affermano il presidente e l’amministratore delegato di Sei Toscana, Alessandro Fabbrini e Salvatore Cappello – che hanno permesso di ritrovare un rapporto di piena fiducia e collaborazione, sia con i 104 Comuni e l’Ato, sia fra i soci. L’azienda è stata fortemente impegnata, da un lato, in un recupero di efficienza e di riduzione dei costi di gestione a tutti i livelli e, dall’altro, di proposta, con la redazione di un nuovo piano industriale che potesse tracciare un percorso preciso da seguire nei prossimi anni».

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