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Ue in pressing sui rifiuti

Italia Oggi

Ue in pressing sui rifiuti

di Giorgio Ambrosoli

La Ue spinge per una gestione ecologicamente corretta dei rifiuti e per l’economia circolare a livello mondiale in tempi di New Green Deal. Per far questo arriverà una proposta: sui rifiuti plastici, affinché siano considerati tra quelli che necessitano di particolare attenzione; sui rifiuti elettrici ed elettronici; sulle operazioni di recupero distinte da quelle di smaltimento.

Sono questi i principali contenuti della decisione Ue 2020/1829 del Consiglio del 24 novembre 2020, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea n. 409 L del 4 dicembre scorso; essa è relativa alla presentazione, a nome dell’Unione europea, di proposte di modifica alla convenzione di Basilea sul controllo dei movimenti transfrontalieri di rifiuti pericolosi e del loro smaltimento in occasione della quindicesima riunione della conferenza delle parti che si terrà nel luglio 2021.

Tutto questo per rendere pienamente applicabili i meccanismi di controllo idonei della convenzione di Basilea sui movimenti transfrontalieri dei rifiuti, migliorando la chiarezza giuridica. E per stabilire così una comprensione e un’interpretazione comuni fra le parti della convenzione. La convenzione di Basilea sul controllo dei movimenti transfrontalieri di rifiuti pericolosi e del loro smaltimento è stata adottata il 22 marzo 1989 ed è entrata in vigore nel 1992. L’Ue e i suoi stati membri sono parti della convenzione.

Come spingere a livello mondiale una gestione ecologicamente corretta e un’economia circolare? Secondo la Ue includendo nell’allegato IV della Convenzione di Basilea una chiara distinzione tra i termini «mancato recupero» e «recupero». Secondo quanto previsto dalla decisione si intende per operazione di recupero qualsiasi operazione il cui principale risultato sia di permettere ai rifiuti di svolgere un ruolo utile sostituendo altri materiali che sarebbero stati altrimenti utilizzati per assolvere una particolare funzione o di prepararli ad assolvere tale funzione, all’interno dell’impianto o nell’economia in generale.

Secondo la stessa decisione devono rientrare, poi in un regime di maggiore attenzione anche i rifiuti plastici e i rifiuti elettrici ed elettronici. La decisione, oltre a segnare un punto importante nelle politiche ambientali a livello mondiale e ad indicare l’obiettivo di «economia circolare mondiale» (a volte difficile da attuare a livello locale…), ci consente di riflettere sulla nozione di «ecologicamente corretto».

Il concetto di «recupero secondo metodi ecologicamente corretti» viene affrontato dalla Cass. Pen. Sez. III del 24/11/2020 n. 32737 per escluderla nel caso in cui i rifiuti tessili siano miscelati con altri rifiuti e non possano essere assicurata con l’applicazione delle norme riguardanti ai Rifiuti in Lista Verde. Lo stesso concetto di «ecologicamente corretto» viene trattato dalla Corte di Giustizia Ue, sez. V 28 maggio 2020 n. C – 654/18.

Secondo la sentenza «si tratta, in linea di principio, di una questione di fatto su cui spetta alle autorità nazionali competenti e, se del caso, ai giudici nazionali pronunciarsi» (par. 66 della sentenza).

Concetto assai interessante che fa capire quali siano le difficoltà sulla via di un’auspicabile «economia circolare mondiale».

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